Essere genitore vuol dire preoccuparsi? Confrontiamoci sull’ansia genitoriale

“Il comportamento di attaccamento è finalizzato all’ottenimento o al mantenimento della vicinanza a qualche altro individuo differenziato e preferito” J. Bowlby

La sensibilità e la capacità del genitore di mettersi in sintonia con il suo bambino sono considerate come caratteristiche chiave nel determinare la sicurezza o meno dei legami di attaccamento.
A che distanza rimanere?
Il genitore dovrebbe porsi alla GIUSTA DISTANZA ovvero non tanto lontano da far sentire un figlio perduto o abbandonato, non tanto vicino da farlo sentire gravato e privo di libertà. Dovrebbe stare alla distanza che corrisponda al REALE BISOGNO del bambino.
Il genitore ansioso teme l’allontanamento e la separazione, catastrofizza i rischi legati alla separazione, ipercontrolla, impedisce l’esplorazione, trasmette una visione del mondo allarmante, trasmette la paura dell’incerto, promuove l’evitamento
Si osserva una trasmissione intergenerazionale, ovvero Genitori ansiosi generano figli ansiosi e Genitori sicuri generano figli sicuri.
Mio figlio è ansioso? Sì se è angosciato dalla separazione, se è inibito nel gioco, se è inibito nell’esplorazione, se richiede eccessiva vicinanza, se presenta paure specifiche, se tende ad evitare le cose ed i contesti, se somatizza.
Mio figlio è sicuro? Sì se esplora, se si angoscia per la separazione ma alla riunione torna a giocare felice e soddisfatto, se non teme ciò che non è noto, se non evita, se si mantiene alla giusta distanza, se sa chiedere AIUTO in caso di bisogno.
ESSERE UN BUON GENITORE NON SIGNIFICA PREOCCUPARSI.
SIGNIFICA ANZI CONSENTIRE L’ESPLORAZIONE E SAPER INTERVENIRE SU RICHIESTA E SEGNALAZIONE DI UN BISOGNO, FACENDO SENTIRE AL PROPRIO FIGLIO DI AVER FIDUCIA NELLE SUE CAPACITA’, FAVORENDO IL SENSO DI AUTOEFFICACIA.

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