La lezione collettiva

lezione collettiva

Insegnare significa letteralmente “ in signo” cioè indicare la strada, il percorso cognitivo che gli alunni devono seguire.

Con questo presupposto è chiaro come la lezione ex-cattedra non sia un metodo ottimale per raggiungere gli obiettivi educativi e formativi che rendono le conoscenze permanenti e significative.

Fare lezione significa proporre agli alunni la tematica da trattare puntando soprattutto sulla motivazione che rappresenta una leva importante perché stimola la curiosità e l’interesse dei ragazzi; questa specie di “prologo” consente all’insegnante di “tastare il terreno”, di valutare il livello di partecipazione dell’intera classe.

Senza dubbio è preferibile prendere spunto da fatti concreti e riferiti alla realtà quotidiana, quegli aspetti che gli alunni colgono e su cui spesso non si soffermano.

Spesso i ragazzi vogliono raccontare le loro esperienze e le loro osservazioni possono sembrare puerili o troppo semplicistiche ma questo bagaglio personale diventa un trampolino di lancio per innestare le conoscenze specifiche che l’insegnante sviluppa mediante l’informazione.

Quasi sempre quello che gli alunni riescono a mettere in evidenza possono apparire conoscenze poco importanti ma nascondono un desiderio di andare oltre quelle che sono le apparenze.

La lezione diventa così un momento di approfondimento e di studio nella quale le domande, le curiosità e le incertezze trovano una loro giusta collocazione e una appropriata definizione.

La comunicazione nel senso letterale del termine è un “mettere in comune”, una corrispondenza reciproca di informazioni e conoscenze che vengono indirizzate verso gli obiettivi stabiliti.

L’insegnante-mediatore diventa uno strumento di conoscenza, un mezzo mediante il quale gli alunni possono rendere manifeste le loro potenzialità e metterle a disposizione dell’intero gruppo-classe.

La fase successiva all’informazione è la ricerca in cui, dopo aver collocato le conoscenze nella giusta e opportuna sede, gli alunni, singolarmente o in gruppo, possono approfondire e studiare l’argomento proposto.

Seguendo queste fasi la lezione diventa veramente collettiva perché i ragazzi sono partecipi in prima persona della costruzione delle proprie conoscenze, conoscenze che diventano patrimonio di tutti e che proprio per questo riescono a consolidare e integrare gli obiettivi educativi della comunità scolastica.

Le discipline curriculari rappresentano un ventaglio di possibili percorsi didattici che possono convergere tutti nell’acquisizione di un metodo di lavoro dallo stampo laboratoriale.

Come in un mosaico le tessere sparse trovano pian piano il loro posto, ognuna di esse ha valore in quanto rende efficace la visione d’insieme e alunni e insegnante diventano consapevoli del proprio contributo alla crescita individuale e sociale della classe.

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