Acquisizione linguistica e apprendimento linguistico

In questo articolo vorrei affrontare una differenza sostanziale nel modo in cui noi tutti impariamo le lingue. Una lingua si può “acquisire” o “apprendere”.

La differenza tra “acquisizione “ e “apprendimento” fu studiata, ad esempio, dal linguista statunitense S.Krashen, che studiò in modo sperimentale le diverse modalità in cui i bambini imparano naturalmente la lingua madre e gli studenti vengono istruiti nella seconda lingua.

Il punto della sua tesi era questo: perché la lingua madre viene imparata in modo tanto piu efficace rispetto alla seconda lingua? E’ possibile apprendere (ed insegnare) la seconda lingua usando modalità più simili a quelle che istintivamente applichiamo quando insegniamo a parlare ai nostri figli?

E, se implementiamo alcune di queste modalità nella classe di lingua straniera, il risultato sarà più vicino alla qualità con cui i bambini imparano la lingua materna?

Qui dobbiamo fermarci un attimo per introdurre il concetto di “natural approach” (approccio naturale): ovvero tutto quell’insieme di modi, verbali e non, che caratterizzando l’interazione mamma-bambino. Ciò che cercò di fare Krashen era identificare le caratteristiche dell’approccio naturale che potevano essere usate nella classe di lingua.

Sulla base delle sue osservazioni, Krashen estrapolò alcune ipotesi:

  • Ordine naturale

Quando impariamo la lingua, lo facciamo con un ordine preciso. Se osserviamo un bambino che impara a parlare, inizia con olofrasi di una parola e poi fa frasi sempre più complesse e complete. Alcune regole grammaticali si imparano dopo averne imparate altre.

L’ipotesi di Krashen è che quando insegniamo una secondo lingua o lingua straniera, dobbiamo tenere conto che il discente imparerà una cosa alla volta e il suo apprendimento seguirà un ordine preciso (anche se viene esposto a molte regole, ne impara una per volta)

  • Comprensione

In qualche modo legata alla regola di prima, se ci si pensa: noi impariamo ciò che capiamo. Possiamo fare ripetere mille volte una parola o una frase ad un discente, ma se non la ha capita, non la ricorderà. Noi riusciamo ad immagazzinare ciò che abbiamo capito, mentre non riusciremo né usare tanto meno ad imparare una parola o una frase che non capiamo.

  • Monitor

Abbiamo un innato meccanismo di controllo sulla nostra produzione linguistica: verifichiamo le reazioni dell’ambiente e correggiamo ciò che diciamo, se l’ambiente ci dimostra che è un errore (ad esempio, se il parlante con cui stiamo interagendo non ci capisce oppure se ci dice espressamente che è sbagliato) .

Non è applicando una regola imparata a priori, ma con l’interazione con l’ambiente, che la grammatica viene rafforzata e gli errori vengono corretti

  • Filtro affettivo

Impariamo quando siamo rilassati e non giudicati: il nostro cervello è nelle condizioni ottimali per memorizzare e imparare quando stiamo bene, giochiamo, non ci sentiamo in ansia o pericolo. L’emozione positiva aiuta la memorizzazione e stimola la motivazione a apprendere sempre di piu.

Se applichiamo queste condizioni alla classe di lingua, saremo in grado di portare in essa gli indubbi vantaggi e migliori risultati che notiamo nei bambini che imparano naturalmente la lingua madre.

Ma torniamo a Krashen e alla differenza tra acquisizione e apprendimento: una lingua si può acquisire o apprendere.

Krashen dice che noi ACQUISIAMO la lingua materna: per acquisizione intende dire che noi siamo in grado di imparare la lingua tramite una esposizione non strutturata didatticamente. L’acquisizione è in gran parte inconscia ed automatica. L’interazione con la mamma non è coscientemente finalizzata ad imparare la lingua materna, bensì a comunicare con la persona che accudisce il bambino e che il bambino ama. Impariamo la lingua senza sforzo e con piacere, perché è uno strumento di comunicazione ed è la comunicazione stessa che ci motiva, perché siamo rilassati e felici, perché stiamo giocando, perché non ci sentiamo giudicati se sbagliamo….

Viceversa, a scuola la lingua viene APPRESA. Parliamo di apprendimento linguistico quando la lingua viene imparata coscientemente, tramite interazioni strutturate didatticamente e finalizzate proprio a memorizzare le nuove parole e regole grammaticali. E’ possibile apprendere una lingua, anche molto bene, tuttavia c’è una qualità diversa nel modo in cui usiamo una lingua appresa ed una lingua acquisita. La lingua è acquista in modo duraturo, di solito per sempre, e parliamo una lingua appresa con grande naturalezza, rispettando pronuncia, sintassi e grammatica.

Viceversa, gli aspetti appresi di una lingua possono essere più facilmente dimenticati, ed in generale una lingua appresa mostra più errori (ad esempio, la struttura sintattica può essere innaturale: una sorta di “traslazione” delle parole straniere nella struttura sintattica della lingua madre)

L’osservazione di Krashen è finalizzata ad incoraggiare i linguisti ed i docenti ad includere nella loro pratica didattica momenti ed approcci naturali, piacevoli, non giudicanti, e facendo attenzione a strutturare il contenuto proposto agli alunni in modo che si vada sempre in direzione semplice-> complesso e che il messaggio sia sempre reso comprensibile (tramite gesti, immagini, contesto) agli alunni.

L’acquisizione linguistica è la modalità ideale per imparare una lingua: non è possibile in una lezione da adulti o ragazzi mimare perfettamente alcune modalità dell’approccio naturale, ma è possibile osservare le ipotesi sulla comprensibilità e sui filtri affettivi, ed è anzi assolutamente auspicabile perché i nostri studenti imparino la lingua in modo più efficace e duraturo.

Claudia Adamo – Direttore di Open Minds-Corsi di Inglese Milano 

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