Bambini offesi, bambini che offendono

Forse ricordiamo ancora quando da piccoli ci hanno deriso o offeso per qualche nostra caratteristica, o forse abbiamo visto offendere qualcuno di importante vicino a noi, un figlio, un fratello, una sorella.

Perché offendere un proprio pari? Perché deridere?

Da un lato è normale che la nostra mente constati ed osservi le differenze o le somiglianze, questo consente di catalogare, etichettare e comprendere la realtà esterna.

Il bambino comprende comparando la differenza ad esempio fra alto e basso, biondo o moro etc..

Dall’altro, l’uso di questa comparazione e di questo etichetta mento può portare a dividere il mondo osservato in rigide categorie di valutazione, inducendo l’osservatore a temere e svalutare o desiderare e sopravvalutare l’una o l’atra categoria.

Per esempio si può erroneamente stabilire che vi sia un modo giusto di essere ed un modo sbagliato. Se essere magri è giusto, allora posso offendere chi è in sovrappeso; se portare gli occhiali è sbagliato, da sfigato, allora posso denigrare, deridere, insultare.

Questa rigida suddivisione in categorie giusto-sbagliato non è innato, si apprende; si apprende attraverso l’osservazione dei codici sociali che i genitori condividono e promuovono.

Un genitore omofobo,ad esempio,  promuoverà codici omofobi e indurrà a pensare che via sia una sessualità giusta e che sia ridicolo e fonte di vergogna e disprezzo esprimerne una diversa.

Questi codici si trasmettono attraverso le battute, i pregiudizi, gli stereotipi, i commenti, le critiche, il linguaggio fra adulti al quale i bambini sono sempre molto attenti.

I bambini colgono queste sfumature, accolgono i codici, li fanno propri, li usano.

Un bambino offeso, un bambino esposto ad un clima aggressivo e coercitivo, replicherà sugli altri esattamente questo schema, lo penserà normale e giusto.

Insegnate ai vostri figli ad osservare con flessibilità il mondo circostante, ad apprezzarne le differenze, le sfumature, ad andare oltre la propria opinione, a considerare “normale” non solo ciò che loro pensano o sentono.

Dove c’è rigidità non c’è benessere e c’è scarsa capacità di adattamento.

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