Basta compiti!

È noto come i compiti assegnati a casa siano vissuti dai ragazzi come un impegno gravoso che toglie spazio al tempo libero e agli interessi extra scolastici.

Esiste la rete “Basta compiti” che porta avanti questo discorso spiegando l’inutile e anche dannoso esito per un insegnamento- apprendimento efficace e permanente.

Il manifesto della petizione “Basta compiti”, sostenuto da presidi e pedagogisti, spiega in alcuni punti i motivi per i quali abolire i compiti a casa: sono inutili e le nozioni acquisite svaniscono nel tempo, procurano difficoltà e insofferenza verso lo studio soprattutto per gli alunni più carenti, sono discriminanti perché favoriscono i ragazzi che possono contare sull’aiuto di genitori più presenti e istruiti, ledono il diritto al riposo e allo svago, costringono i genitori a sostituirsi ai docenti senza averne le competenze professionali.

Il ministero della pubblica istruzione già dal 1964 aveva sollecitato i dirigenti scolastici e le scuole ad evitare un sovraccarico dei compiti a casa perché esso potrebbe nuocere alla salute dei giovani e al loro processo di maturazione culturale.

La pedagogista Annunziata Brandoni, sostenitrice della rete “Basta compiti” sostiene che gli alunni vanno stimolati secondo la loro natura e non condizionati in uno studio meccanico e ripetitivo che spegne ogni stimolo alla creatività e alla curiosità. 

Tanti presidi, insegnanti e pedagogisti hanno aderito a questa petizione che vuole restituire ai ragazzi uno spazio personale più creativo e personale in cui lo studio diventi occasione di scoperta e non un bagaglio inutile di tecniche mnemoniche destinate a restare nel limbo delle conoscenze.

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