Bullismo Rosa – la violenza al femminile

Mi è capitato di lavorare in istituti dove il fenomeno del bullismo era non solo presente, ma del tutto fuori controllo, e trovarmi ad intervenire su dinamiche promosse e mantenute non da giovanotti grandi e grossi ma da ragazze agguerrite.

Il bullismo rosa, al femminile, è ormai una realtà nota, in costante crescita.
Gli initenti ed il risultato di questa aggressività non si differenzia da quella dell’ormai noto bullo, mentre tende a differire la modalità usata per agire le prepotenze.

In particolare, la modalità indiretta è quella prevalentemente utilizzata, fatta di evitamenti, isolamenti, esclusione. Non mancano certo insulti e uso delle mani, ma in percentuale minore.

Le donne sembrano più sottili nell’uso dell’aggressività, più strategiche.
Si organizzano, pianificano, scelgono con cura la vittima.

In uno degli istituti superiori dove ho effettuato un intervento, ho potuto assistere ad un vero e proprio sistema organizzato interclasse, con comunicazioni via cellulare e appuntamenti sincronizzati alle porte dei bagni per sorprendere la vittima.
Decisamente più complesso questo bullismo al femminile, che preferisce non sporcarsi la mani, ma che pianifica e non lascia scampo.

Spesso agiscono alla luce di un "personale" codice morale condiviso; sono frequenti le spedizioni a sfondo passionale.
Dietro ci sono le stesse difficoltà già discusse per il bullo, uno scarso senso di autoefficacia, scarsa empatia, basso livello di sviluppo morale, disagio.

Condividere un codice, un sistema, una condotta, significa appartenere e appartenersi, significa sentirsi forti, significa identificarsi, significa trovare risposta al bisogno di identificazione ed autonomia.

Il gruppo è questo, e fornisce risposta a questi bisogni; su questo si può inserire un uso disfunzionale del potenziale gruppale.
Nascono la gang. Nascono le bande rosa e muore l’idea dell’aggressività agita solo dagli uomini.

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  1. Faustino ha detto:

    Una discreta fonte di materiali sul bullismo rosa:
    http://violenza-donne.blogspot.com/search/label/bullismo?max-results=100

  2. Elena ha detto:

    Ho 30 anni ma credo di subire il bullismo di un'”amica” che nonostante le mie lamentele sui suoi comportamenti ha il coraggio di rigirare la faccenda con mille discorsi studiati a tavolino per indurmi a credere che le sue azioni siano giuste. So per certo – da sue parole – che usa questa tecnica anche con altre persone. Inoltre ho il dubbio che mi chieda favori che potrebbe chiedere ad altri. Purtroppo è anche mia collega e questo non mi permette di rompere definitivamente. C’è qualche esperto con cui posso discutere e che possa darmi consigli mirati?

  3. Gentile Elena, sono felice che ci abbia scritto chiedendo aiuto, perchè questo è il primo passo per risolvere le cose.
    La situazione da lei descritta delinea una dinamica fra una conoscente aggressiva ed una sua scarsa assertività, ovvero la capacità di difendersi, di dire no, di far valere i prorpi diritti. Per uscire da una dinamica come questa, bisognerebbe imparare qualche strategia assertiva, e capire meglio le ragioni di questa difficoltà. Imparare a dire no, ad essere assertivi non mette a minaccia la relazione. Anche se siete uniti da una vicinanza lavorativa questo non la costringe a subire. Se mi dice dove risiede proviamo a cerca insieme un aiuto.
    A presto.

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