Che stress!

Cos’è lo stress?

Lo stress rappresenta purtroppo un problema fondamentale della nostra società, una concreta minaccia per la salute e la qualità della vita degli individui in tutto il mondo industrializzato.

Crisi economica, crisi occupazionale, ritmi di vita serrati, mancanza di supporto sociale rappresentano alcuni degli elementi che rendono i processi di adattamento individuale più complessi e rischiosi per chi si trova ad affrontare momenti di vita che richiedono il dispiegamento di risorse maggiori.

Lo stress si manifesta quando e persone percepiscono uno squilibrio tra le richieste avanzate nei loro confronti e le risorse a loro disposizione per farvi fronte.

La vita ci pone costantemente di fronte a nuove sfide ma, se queste sfide sono troppe o ci richiedono risorse che non sentiamo di possedere, allora la sensazione di “non farcela” può prendere il sopravvento e, se prolungata, può avere conseguenze anche molto serie per il nostro benessere e la nostra salute.

Fu il neuroendocrinologo Hans Selye a definire per la prima volta cosa fosse lo stress attraverso una ricerca su alcuni animali da laboratorio; egli, studiando le reazioni fisiologiche conseguenti all’introduzione di sostanze nocive nei loro organismi, scoprì che le varie reazioni fisiologiche di adattamento erano indipendenti dal tipo di sostanza e si manifestavano in modo omogeneo all’interno dei vari organismi. Chiamò questo insieme di modificazioni generalizzate “stress”, descrivendo una risposta generale e aspecifica dell’organismo a qualsiasi richiesta gli venga imposta dall’ambiente (Selye, 1975).

In particolare egli definì come “Sindrome Generale di Adattamento” quella risposta che l’organismo mette in atto quando è soggetto agli effetti prolungati di svariati tipi di stressor. L’evoluzione della sindrome avviene in tre fasi:

  • Allarme: l’organismo risponde agli stressor mettendo in atto meccanismi fisiologici di fronteggiamento; questa faseè caratterizzata dalle attivazioni del sistema neurovegetativo, di tipo adrenergico, in cui la secrezione di adrenalina e noradrenalina permette una rapida reazione del sistema nervoso autonomo simpatico. Alcuni esempi di questa reazione sono l’aumento del battito cardiaco, della pressione sanguigna e del tono muscolare e la diminuzione della salivazione. La fase di allarme è necessariamente rapida ed immediata, ma anche provvisoria, a causa della velocità con la quale adrenalina e noradrenalina vengono metabolizzate.
  • Resistenza: il corpo produce risposte ormonali specifiche da varie ghiandole, come le ghiandole surrenali con il rilascio degli ormoni glucocorticoidi, in particolare del cortisolo (chiamato infatti anche l’ormone dello stress). L’effetto di tali ormoni è sempre quello di mantenere alta l’attivazione del sistema nervoso simpatico, che predispone l’organismo alle azioni necessarie ai fini dell’adattamento. La fase della resistenza perdura tutto il tempo nel quale permane lo stimolo stressante.
  • Esaurimento: se gli stressor continuano ad agire e la fase di resistenza perdura troppo a lungo si assiste ad un vero e proprio esaurimento delle risorse, con conseguenti effetti sfavorevoli permanenti a carico della struttura psichica e/o somatica dell’organismo.

L’individuo, quindi, è capace di reagire alle pressioni a cui è sottoposto nel breve termine, ma di fronte ad una esposizione prolungata comincia a manifestare grosse difficoltà.

Ma quali le conseguenze dell’esposizione prolungata agli stressor?

Innanzitutto lo stress è un importante fattore di rischio per le malattie cardiovascolari ed è associato all’insorgenza dei tumori, del diabete e al collasso del sistema immunitario; esercita un’azione dannosa su stomaco, intestino, cute e ghiandole endocrine; aumenta la produzione di radicali liberi, accelerando il processo d’invecchiamento; può provocare stanchezza cronica, ansia, depressione, disturbi del sonno e altre malattie psicosomatiche e indurre ad abitudini compulsive e autolesive, come il consumo di alcool, fumo e droghe.

La vita ci pone spesso di fronte a compiti di sviluppo e sfide a cui non possiamo sottrarci. Lo stress  non è evitabile ma, se ci rendiamo conto che gli effetti sul nostro organismo iniziano a diventare preoccupanti, rivolgersi a un esperto potrebbe aiutarci a identificare nuove risorse e strategie per farvi fronte.

“La completa libertà dallo stress è la morte. Contrariamente a quanto si pensa di solito, noi non dobbiamo, e in realtà non possiamo, evitare lo stress, ma possiamo farvi fronte in modo efficace e trarne vantaggio imparando di più sui suoi meccanismi ed adattando la nostra filosofia dell’esistenza ad esso”

H. Seyle, Stress without distress, 1974

 

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