Il fenomeno della dispersione scolastica è finalmente in calo, seppure si evidenzi un netto divario fra Nord e Sud e l’Italia rimanga fra le peggiori d’Europa.
Il rapporto è stato curato dall’Ufficio Statistica e Studi del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e reso noto in merito all’anno scolastico 2015-2016 e nel passaggio all’anno scolastico 2016-2017.
Secondo i dati nell’anno scolastico 2015/2016 erano iscritti alla scuola secondaria di primo grado 1.710.004 e l’abbandono è stato pari a 7.078 alunni (lo 0,3%).
Per quanto concerne la scuola secondaria di secondo grado, di oltre 2.613.000 alunni frequentanti all’inizio dell’anno scolastico 2015/2016, 2016-2017, l’abbandono complessivo su due anni risulta pari al 4,3% (112.240 studenti).
Le Regioni con una maggiore dispersione scolastica alle medie sono la Sicilia (1,3%), la Calabria, la Campania e il Lazio (1%). La Sicilia continua a confermarsi quindi la regione con maggiore dispersione scolastica.
Per quanto riguarda la scuola secondaria di secondo grado, la Sardegna è al primo posto (5,5%), seguita dalla Campania (5,1%) e dalla Sicilia (5%).
I cittadini stranieri rinunciano maggiormente alla scuola rispetto a quelli italiani, e generalmente sono più i maschi a lasciare delle femmine, soprattutto alle superiori.
L’abbandono complessivo più contenuto si è registrato per i licei che hanno presentato mediamente una percentuale del 2,1%, ed il classico registra la percentuale minore in assoluto (1,1%).
La percentuale di abbandono più elevata è relativa ai percorsi IeFP (corsi di Istruzione e formazione professionale) con un abbandono complessivo del 9,5%.
Meglio quindi rispetto al passato, ma c’è ancora molto da fare per prevenire e ridurre la dispersione scolastica. Servono interventi che coinvolgano la scuola, le famiglie e le altre agenzie educative territoriali, ovvero i centri sportivi, le associazioni, le parrocchie etc.
Questo miglioramento potrebbe dipendere da una nuova cultura scolastica ed una crescente attenzione del mondo scuola rispetto al disagio scolastico e alle difficoltà di apprendimento. I giovani compresi e supportai nelle loro difficoltà specifiche possono sentirsi più efficaci e credere maggiormente nella loro riuscita scolastica.