Secondo la teoria dell’apprendimento sociale di Bandura (1977), nel contesto di gruppo si attivano diversi meccanismi di modellamento del comportamento: il bullo suscita spesso ammirazione e identificazione e altri ragazzi sono sollecitati ad agire secondo questo modello; a sua volta il bullo viene rinforzato dal sostegno attivo o passivo di spettatori e aiutanti e la situazione di gruppo innesca un meccanismo di deresponsabilizzazione personale che porta molti bambini a non intervenire a sostegno della vittima.
I ricercatori finlandesi Lagerspetz, Bjorkqvist, Berts e King (1982) si riferiscono a due elementi importanti del bullismo che possono distinguere questo comportamento dall’aggressività individuale: il suo carattere collettivo e il fatto di essere basato sulle relazioni sociali di dominanza e subordinazione.
Questi stessi autori hanno proposto un nuovo approccio per la lettura dei fenomeni di bullismo all’interno del gruppo-classe, mediante un questionario definito “ruoli dei partecipanti”.
I ruoli individuati sono sei: bullo, aiutante, sostenitore, difensore, esterno, vittima.
Bulli, aiutanti e sostenitori sono soprattutto maschi, mentre alle femmine si attribuiscono in prevalenza i ruoli di difensore ed esterno. Solo per il ruolo di vittima non ci sono differenze tra i due gruppi.
Bulli | Leader che mettono in campo attività aggressive e incoraggiano gli altri a partecipare |
Aiutanti | Individui più passivi dei bulli,che li aiutano nelle attività ma non le promuovono |
Sostenitori | Ridono per le offese alla vittima e incoraggiano i bulli a continuare |
Difensori | Offrono aiuto alla vittima |
Spettatori | Mantengono le distanze dalla situazione di bullismo |
Vittime | Oggetto di ripetute aggressioni |
Nessun ruolo | Non hanno una posizione definita |
Lo studio del bullismo dal punto di vista delle dinamiche e del clima interni al gruppo-classe, ci porta a riconoscere gli effetti che il contesto istituzionale più ampio può avere in relazione alla presenza del fenomeno (stile di conduzione della classe da parte dell’insegnante, regole e valori proposti dalla scuola come sistema educativo. Olweus,1993; Sharp e Smith, 1994).
Bullismo e vittimizzazione non sono infatti fenomeni collegati soltanto a specifiche caratteristiche individuali, ma rappresentano anche un sistema di relazioni che amplificano determinate propensioni personali. In questo campo un ruolo sostanziale viene dunque giocato da insegnanti e genitori, al fine di promuovere armoniose relazioni sociali nei gruppi dentro la scuola.