Educare alla prosocialità del cane

Il comportamento di un cane può diventare una fonte di gravosi problemi che possono sfociare in incidenti all’interno della famiglia o verso estranei, in sofferenza o incidenti subiti dal cane, in incrinatura della relazione con esiti imprevedibili talvolta tragici per il cane come l’abbandono o la soppressione eutanasica.

Sarebbe auspicabile agire preventivamente prima che sopraggiunga una deriva comportamentale, nei modi classici d’intervento ossia in virtù di: a) corrette modalità di allevamento e di gestione dei primi due mesi di vita, b) un’adozione consapevole rispetto alle caratteristiche del cane nella specie come nella razza, c) una consulenza o un affiancamento nei primi mesi postadottivi del cucciolo.

Parliamo di una vera e propria “profilassi comportamentale” tesa a favorire sia il benessere del cane che la sua integrazione in ambito cittadino.

Una maggiore informazione e sensibilizzazione aiuterà, si spera, questo processo di prevenzione, indispensabile oggi non meno di quella sanitaria, vale a dire del monitoraggio epidemiologico, delle vaccinazioni, delle attenzioni di ordine igienico, della cura rispetto all’alimentazione.

Il comportamento infatti rappresenta il fattore critico – come un tempo le zoonosi – dell’integrazione sociale del cane, tanto nelle possibilità di inserire positivamente il cane all’interno del nucleo familiare quanto di favorire una convivenza sostenibile a livello cittadino.

Una città più complessa nelle sue dinamiche sociali e tecnologiche, più affollata e più veloce, dove il vivere civile diviene stretta prossimità e quindi “virtù nel non disturbare” il vicino, richiede prima di tutto un’integrazione comportamentale.

Questa necessità, che ovviamente non era così pressante nella convivenza rurale e nemmeno nelle città di un tempo, oggi si sta sviluppando parallelamente all’emergere di una seconda fase di pet-ownership metropolitana.

Se la prima, quella riferibile agli anni ’70-’90, si caratterizzava per una dimensione più domestica della relazione, quindi più nascosta, meno conflittuale a livello sociale, meno bisognosa di qualità integrative, la seconda fase che inizia ad emergere verso la fine degli anni ’90 e soprattutto in questo primo decennio del nuovo secolo è decisamente vissuta nell’ambito sociale, vale a dire in quegli spazi sociali – la piazza, i giardini, i luoghi pubblici, gli esercizi commerciali, le spiagge, i mezzi di trasporto, i posti di lavoro, etc – che richiedono forti capacità prosociali del cane.

L’arte del non disturbare o comunque di abbassare ogni più piccola frizione è qualcosa di più del semplice “avere un cane sicuro/buono/tranquillo” o “avere il cane sotto controllo”; quando parliamo di capacità prosociali ci riferiamo a una serie di qualità che favoriscono l’integrazione, in una logica di piena cittadinanza del cane all’interno dell’ecumene ovvero di rifiuto delle cosiddette barriere zooantropologiche quando non addirittura delle forme di zoointolleranza.

L’avvento di una seconda fase di espressione della pet-ownership è un fatto sociale che va semplicemente registrato: le persone oggi vogliono vivere il loro rapporto con il cane in pubblico e non semplicemente in privato, il cane diventa sempre di più un compagno di vita e non un feticcio da compagnia/affezione.

Per questo se non si interviene sui due fronti dell’integrazione – vale a dire: 1) sulla capacità del cane di stare in modo positivo nelle situazioni sociali, 2) sulla capacità di abbattere le barriere zooantropologiche – il rischio di conflittualità e di esacerbazione di situazioni di alta problematicità si trasformerà in una cruda realtà. Anche nelle più rosee proiezioni dobbiamo aspettarci nel prossimo futuro una fase assai contraddittoria, proprio perché di transizione, caratterizzata da una maggiore presenza del cane nelle situazioni sociali ma parallelamente da un aumento della zoointolleranza e degli incidenti che vedono coinvolti cani.

Ci si deve attrezzare per far fronte a questo rischio sia per arrivare preparati alle sfide che attendono chiunque faccia attività riferite al cane sia perché ci si deve aspettare una progressione di sensibilizzazione verso la prosocialità.

La prosocialità è tanto la capacità del soggetto di stare in mezzo alle persone e agli altri cani (socializzazione) quanto la disponibilità a farlo in modo positivo (socievolezza) nonché il possedere delle competenze specifiche su come si sta nelle situazioni pubbliche e come ci si rivolge correttamente al prossimo.

Oggi è indispensabile superare il tradizionale addestramento, incapace di lavorare sullo sviluppo del cucciolo e sulle esigenze dell’età evolutiva perché teso semplicemente a strutturare delle prestazioni in una visione lavorativa del cane.

L’addestramento molto spesso non solo non favorisce l’equilibrio psicologico del soggetto e lo sviluppo di qualità prosociali ma va a compromettere in modo grave il carattere del cane perché, anche quando somministrato in modo gentile, determina una potatura sulla ricchezza cognitiva e quindi abbassa le doti di flessibilità, relazionalità, adattabilità del soggetto.

Per rispondere alle esigenze della società contemporanea e del suo modo di intendere la relazione con il cane è necessaria una “pedagogia cinofila”, vale a dire un indirizzo di sviluppo comportamentale nel segno di ridurre le maniacalità, colmare le lacune, favorire la prosocialità, dare autocontrollo, migliorare la relazione tra cane e proprietario, dare risorse interne di adattabilità.

In questo senso come SIUA stiamo lavorando per sensibilizzare le persone verso l’importanza di percorsi formativi per il cane, attraverso puppy class e progetti educativi personalizzati, e al riguardo abbiamo realizzato un folder illustrativo, “Vivere con il cane”, disponibile a quanti ne facciano richiesta. Inoltre nel nostro sito www.siua.it è possibile visionare l’elenco degli educatori che in Italia lavorano con approccio pedagogico.

Per quanti poi fossero interessati, è disponibile il testo “Pedagogia cinofila”, Alberto Perdisa Editore, Bologna 2007. Infine ricordiamo che il 13-14 dicembre parte a Bologna il Corso di I Livello per Educatori Cinofili. Chi fosse interessato, può contattare la Segreteria Didattica SIUA all’indirizzo di posta elettronica corsi@siua.it o, per ulteriori informazioni, al 340/2513890.

Roberto Marchesini

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