Fattori di rischio
• Le relazioni familiari
• Il temperamento
• L’appartenenza ad una etnia
• Le difficoltà di comportamento particolari come la dislessia, la goffaggine e le balbuzie.
• Le caratteristiche esterne, ad esempio l’obesità, e la forza fisica.
• Bambini poco accettati dai coetanei o con disturbi del comportamento presentano maggiori probabilità degli altri di sviluppare difficoltà future nella vita e possono per questo essere considerati gruppo a rischio
• L’abbandono scolastico, la delinquenza giovanile, i disturbi psicologici, sono risultati alcuni degli esiti più frequentemente associati ai disturbi relazionali con i coetanei in età scolare
Fattori di protezione
Rutter, tra i fattori di protezione, individua tre sottogruppi tra cui le caratteristiche individuali della persona, quali le abilità cognitive e socio-cognitive, temperamentali e affettive; la qualità delle interazioni bambino-ambiente, che possiamo cogliere nella relazione di attaccamento verso l’adulto ed i pari; la qualità del contesto sociale amplificato quale si esprime nelle relazioni a scuola e nei rapporti scuola-famiglia.
Secondo Coie e altri autori (1993), i fattori di protezione possono operare in modo diretto, diminuendo i problemi e le difficoltà, oppure interagendo con i fattori di rischio per diminuire l’effetto negativo di questi ultimi (effetto cuscinetto), oppure ancora intervenendo sui processi di mediazione che collegano il rischio al disadattamento successivo, ed infine promovendo il benessere individuale e prevenendo l’insorgenza del rischio.