Capita sempre più frequentemente di trovarsi genitori ormai maturi ed avare ancora in casa un figlio adulto.
Si tratta di dover accudire un figlio maturo e questo non è ciò che un genitore si attenderebbe. Le motivazioni sono varie e hanno spesso a che fare con il contesto socio-economico in cui ci troviamo.
Altre volte sono da rintracciarsi in un legame di attaccamento di tipo ansioso, e nella difficoltà ad uscire dal nido, avviando il consono processo di separazione.
Un blocco o un ritardo di questa normale evoluzione, ovvero l’autonomizzazione, va a limitare ed incidere sulla vita affettiva.
Il genitore deve tollerare la separazione e accompagnare i propri figli verso l’autodeterminazione, verso la maturazione emotiva ed affettiva, verso il distacco.
Come? Promuovendo il riconoscimento delle proprie capacità e la libera espressione delle stesse, incoraggiando scelte e assunzione di responsabilità via via crescenti.
Si incomincia già in tenera età, nella fase di esplorazione, insegnando a non avere paura di conoscere in modo autonomo, restando disponibili in caso di necessità, ma lasciando che i bambini facciano fin dove sanno fare da soli.
“So che puoi farcela”, “ho fiducia in te”, “prova, se hai bisogno sono qui”, questi i messaggi da trasmettere.