Genitori e figli alla pari nel bisogno di realizzazione

I tradizionali ruoli genitoriali, caratterizzati da una ben definita concezione del padre e della madre, nel tempo sono cambiati.

Sono diventati aperti e liquidi allo stesso momento; di autorità e assenza allo stesso modo; di modello e di mancanza di riferimento tale da creare spesso confusione. Basti pensare quanti genitori infondono regole sull’utilizzo dei social e poi magari sono i primi a ricercare like e mi piace ai propri post.

Un cambiamento di ruolo, relazioni e di modelli che non arriva di punto in bianco ma fa riferimento ad una politica che parte da lontano. Dalla seconda metà del secolo scorso, con i profondi mutamenti della società da post-industriale a quella virtuale, gli uomini e le donne sono cambiati.

Di conseguenza è cambiato il modo che ognuno esprime il proprio posto nel mondo. Il proprio “esserci” come direbbe il filosofo esistenzialista M. Heidegger, (Essere e tempo, Longanesi, Milano, 1976). L’uomo è innanzitutto l’essere che si prende cura delle cose del mondo, e in quanto tale anche degli altri afferma il filosofo. In questo contesto esistenzialista il proprio ruolo educativo e genitoriale deve essere al servizio degli altri, il prossimo, i figli.

Sempre più genitori hanno orientato il proprio ruolo genitoriale a promuovere la felicità, la creatività, la realizzazione, l’assertività del figlio, sacrificando, in questi obiettivi, la natura e il senso delle regole, della guida, del modello. Probabile che un’attenta analisi del profondo, rilevi come gli stessi genitori proiettassero sui figli le loro mancanza e il loro stesso bisogno di ribellione. Si è assistito ad prendersi cura fondato sul valorizzare le potenzialità del figlio senza tener conto delle regole.

Senza regole quale elemento contestuale che affermi la propria posizione nel mondo in riferimento al prossimo, si assiste a giovani adolescenti lasciarsi andare ad esperienze violente, disadattive, antisociali manifestando un contenitore familiare e sociale vuoto, privo e povero di regole.

Dati sanitari confermano negli ultimi anni un raddoppiare di disturbi psichiatrici, tra gli 11 e i 17 anni. Oggi in Italia gli adolescenti, sotto il profilo psicologico stanno male, molto male è il dato emerso al Convegno internazionale del 10 e 11 maggio scorso, “Supereroi fragili”.  Adolescenti oggi tra disagi e opportunità, organizzato dalla casa editrice Erickson a Rimini. Dati emersi nella sola regione Lombardia circa i ricoveri per problemi psichiatrici dal 2011 al 2015 sono aumentati del 21 per cento, da 1.170 a 1.400. La metà sono casi complessi definiti ‘gravi’ associati ad altre patologie.

Di sicuro il dato significativo emergente è che alla base dei problemi dei giovani spesso fanno da sfondo, situazioni familiari difficili, genitori non appagati dalla loro relazione, spesso separati in malo modo, disagio e frustrazione economica, vita sociale familiare ai margini.

Ad aggravare lo sfondo non è da sottovalutare i riflettere dei veloci mutamenti sociali stressanti; ritmi di vita in continuo adattamento alle trasformazioni tecnologiche. Si vive sempre più in un contesto di vita familiare che invece di proporsi come ristoratore ad un ambiente esterno frenetico, si annulla il tempo dello spazio intimo, interiore. I genitori diventano sempre più in crisi tra i propri desideri di postarsi sul social e le regole da dare.

Si assiste ad un conflitto tra il proprio ideale di genitore e il proprio modo di essere genitore al passo dei tempi. Lo stile di comunicazione di dialogo di affettività è filtrato da un comportamento ambiguo del genitore rispetto al proprio ruolo. Se da un lato ogni genitore si adopera a promuovere nel figlio l’aspirazione al successo, alla realizzazione personale deve far conto con il proprio stile narcisista che rischia di oscurare i bisogni del figlio.

Genitori e figli alla pari di un bisogno di realizzazione che spesso mette in una competizione silenziosa che fa poca chiarezza sui ruoli. Se da un lato i figli sono affamati di stimoli di protezione e incoraggiamento i genitori lo sono nel proprio narcisismo.

Genitori che per non sentirsi da meno si creano profili social scimmiottando interessi e desideri dei figli non tenendo conto delle differenze generazionali. È scientifico che le prestazioni del 20 enne superano di gran lunga quelle dei 50 enni.

Eppure tutto è possibile sul web attraverso ritocchi o profili artefatti dal bisogno narcisista. È come pretendere da un Maradona di oggi le stesse prestazioni di un giovane Messi.

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