I pericoli della rete

In questo periodo tutti siamo stati costretti a stare a casa per le direttive ministeriali di contenimento della pandemia.

I ragazzi hanno avuto più tempo per connettersi a internet per seguire le lezioni scolastiche ma questo utilizzo per molti ha avuto anche un effetto negativo a causa dei pericoli che i social network possono provocare.

L’adescamento on line è sempre stato un campo minato perché molti adulti privi di scrupoli lanciano in rete i loro subdoli e perversi tentativi di relazioni a sfondo sessuale. Le trappole che si tendono non sono mai esplicite richieste, per catturare l’interesse questi adulti manipolatori riescono a vincere le resistenze emotive dei più giovani entrando pian piano nei loro interessi e in genere nella loro sfera privata.

A questo proposito “Save the Children” in collaborazione con “Generazioni Connesse” ha preparato un decalogo per aiutare genitori e insegnanti a tutelare i ragazzi dai rischi connessi con l’uso delle nuove tecnologie da cyberbullismo, hate speech, sexting e abuso sessuale on line. L’adescamento in rete avviene seguendo quattro fasi. Nella prima si verifica l’approccio amicale cioè la condivisione di interessi comuni (cantanti preferiti, serie TV, ecc), nella seconda fase (risk assessement) l’adescatore prova a carpire alcune informazioni importanti (dove si trova il computer, se i genitori lo controllano ecc).

Nella terza fase, quando l’adulto è sicuro di non essere scoperto, cerca di rendere esclusiva la chat imponendo al ragazzo/a il segreto; infine nella quarta fase si rendono esplicite le intenzioni e le richieste come lo scambio di immagini a sfondo sessuale.

In ambito familiare ci sono dei campanelli d’allarme che possono far capire ai genitori  che qualcosa non va come la tendenza  a isolarsi e stare troppo tempo chiuso in camera, la richiesta di un uso eccessivo di tablet, computer e cellulare ma anche, se ci sono divieti, l’emergere di comportamenti aggressivi e irritabili.

Se ci sono motivi e prove concrete di adescamento i genitori possono rivolgersi alla polizia postale, ad altri presidi di polizia o, se ci sono alterazioni  comportamentali anomale dei figli,  a servizi territoriali deputati alla salute (consultori familiari, servizi di neuropsichiatria infantile).

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