Il coraggio di Rebecca Brown: sfida la malattia con un video fatto di 6 anni e mezzo di selfie

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“Preferisco guardarmi indietro e vedere un progetto fatto di onestà, piuttosto che di 2000 scatti di falsi sorrisi”. Rebecca Brown presenta così il suo video: un timelapse di selfie, scattati per ben 6 anni e mezzo.

La ragazza, oggi 22 enne, ha voluto così raccontare – e sfidare – la sua sofferenza. Affetta da Dermatillomania e la Tricotillomania, “Un disturbo che mi porta a strapparmi i capelli ciocca per ciocca”,  con questo video ha voluto far capire a tutti che “La bellezza è più di quello che vediamo con gli occhi”.

Chi soffre di Tricotillomania tende a strappare ricorrentemente i propri capelli, con conseguente perdita  degli stessi.

La Dermatillomania è invece un disturbo che spinge il paziente a stuzzicarsi, toccarsi, strofinarsi, tormentarsi, graffiarsi, incidersi la pelle del viso o del corpo causando vere e proprie lesioni cutanee, spesso nel tentativo di eliminare piccole irregolarità o imperfezioni reali o immaginarie. Il DSM V prevede l’inserimento, per la prima volta, dello Skin-Picking Disorder tra i disturbi dello spettro ossessivo-compulsivo, offrendo per la prima volta un’etichetta diagnostica (e un nome univoco) a questo particolare problema psichico[1].

 

Entrambi i disturbi causano un importante disagio e compromettono il benessere e il funzionamento della persone in diverse aree della vita: sociale, lavorativa, familiare.

 

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Al termine del video Rebecca afferma: “Le persone sono molto più delle condizioni che vivono. Io sono di più dei miei capelli o della mia pelle”.

 

Per vedere il video cliccare qui


[1] http://www.dermatillomania.it/

0 commenti Aggiungi il tuo

  1. laura ha detto:

    Con tutto il rispetto che si deve alla malattia nelle sue varie forme la spettacolarizzazione delle proprie mi sembra di cattivo gusto. Ci sono eventi e situazioni nella vita personale che vanno vissuti in silenzio e, se possibile, in solitudine o con le persone più care. Ma anche questo è un risvolto della cultura dell’immagine, l’informazione può essere utile solo se può servire ad indicare modelli comportamentali corretti ed equilibrati, ma per questo in ogni caso è necessario un filtro della trasmissione del messaggio.

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