Il cyberbullismo: da vittime ad aggressori

Dal convegno che si è tenuto a Bologna emergono dati significativi come spiega la psicologa Annalisa Guarini ricercatrice del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Bologna: “ c’è un cambiamento molto importante nel cyberbullismo.

In letteratura lo chiamiamo trasposizione di ruoli.” Molti ragazzi che sono vittime del bullismo tradizionale diventano bulli online spinti da un impulso di rivalsa e di vendetta.

In generale tuttavia ci sono fattori di rischio che influenzano in modo determinante il fenomeno, fattori che sono riconducibili alla famiglia e alla scuola, le comunità educative principali che spesso non riescono a far leva sulla bassa autostima dei ragazzi che si sentono isolati e non compresi.

Il cyberbullismo è un fenomeno molto diffuso che può coinvolgere tutti anche in diverse fasi della vita.

Da una ricerca condotta lo scorso anno da Corecom e Dipartimento di Psicologia dell’Alma Mater di Bologna emergono si seguenti dati : il 30% degli adolescenti ha subito offese o minacce su internet ( il 20% sono invece aggressori), il 28% è stato oggetto di pettegolezzi e offese diffuse ad altri ( il 26% è stato parte attiva), il 18% ha subito insulti giocando online ( il 16% ha offeso) e l’8% si è visto pubblicare foto o video imbarazzanti che lo ritraggono ( i bulli in questo caso sono il 5%).

Il fenomeno del cyberbullismo, come afferma la psicologa, coinvolge sia le scuole medie che tutte le tipologie di scuole superiori. Il bullismo su internet è quello più diffuso anche perché è di facile accesso considerando che i giovani si incontrano spesso in luoghi virtuali come la rete.

Tuttavia non bisogna demonizzare i canali informatici ma utilizzarli per stimolare cultura e conoscenze orientando e controllando il loro uso corretto e di questo gli adulti devono farsene carico.
Fonte: DIRE- Notiziario Minori 27 novembre

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