Alla base del conflitto c’è sempre un atteggiamento negativo che si manifesta spesso nella chiusura e nell’isolamento della comunicazione.
Per attuare una comunicazione efficace è molto importante analizzare i propri comportamenti valutando di volta in volta gli aspetti disfunzionali che influiscono sul modo di pensare e di agire.
Il dialogo strategico mette in atto un insieme di tecniche che hanno come obiettivo quello di abbassare le resistenze dell’altro senza imporre soluzioni a priori ma attraverso una serie di tappe per giungere alla risoluzione del problema.
Il primo stadio presuppone una massima apertura all’ascolto dell’altro formulando domande aperte e domande a illusione alternativa :«Pensi che sarebbe meglio fare in altro modo?» «Cambierebbe qualcosa se invece di dire questo dicessi altro?». L’atteggiamento non verbale ( gestualità, tono di voce, sguardo, ecc) conferisce alla comunicazione la giusta connessione emotiva e ha lo scopo di mettere l’altra persona a suo agio.
Nel terzo step bisogna evitare di dare giudizi o valutazioni personali riformulando quanto viene detto (parafrasi ristrutturanti): «Mi sembra di capire che...» «Da quello che hai detto deduco che.…». La ristrutturazione del dialogo consente di riformulare il percorso comunicativo rendendolo flessibile e adattabile al problem solving. Il dialogo strategico e’ utile in diversi contesti, tende ad abbassare le resistenze nella comunicazione indicando e non imponendo azioni e comportamenti che possono delineare un cambiamento.
L’esito dell’iter dialogico si configura come una scoperta condivisa e funzionale alla comunicazione efficace nella quale non ci sono vincitori né vinti.