Il Disturbo da alimentazione incontrollata: BED – Binge Eating Disorder

Il Disturbo da alimentazione incontrollata è caratterizzato da episodi ricorrenti di abbuffata.

Ovvero l’introduzione in un tempo limitato di una quantità di cibo significativamente superiore a quella che la maggior parte delle persone mangerebbe nello stesso arco di tempo.

Il disturbo non prevede l’uso regolare di comportamenti compensatori.

Il soggetto ha un vero e proprio senso di perdita di controllo sul cibo; lo consuma rapidamente, senza senso di fame, in solitudine, vergognandosi.

Si tratta di un uso consolatorio ed ansiolitico del cibo, sebbene sia illusorio! Infatti ne conseguono un senso di pienezza, disgusto, vergogna, tristezza, senso di colpa.

Le modalità di pensiero sottostanti tale disturbo possono ricordare quelle del paziente depresso che rimugina continuamente sulle proprie azioni o errori.

Ne consegue un grave senso di insoddisfazione per il proprio corpo ed una idea di sé molto fragile.

Alla base di tale disturbo sembrano esserci le difficili esperienze infantili, la tendenza all’obesità, l’ipercriticismo genitoriale o disturbi dell’umore dei genitori.

Il criticismo focalizzato sul peso, aspetto fisico ed alimentazione è sicuramente il fattore più significativo legato al ruolo parentale rispetto all’eziologia del disturbo.

L’attaccamento insicuro o madri che sin dai primi momenti hanno risposto prevalentemente con il cibo ai bisogni del bambino, possono insegnare un uso consolatorio del cibo e una minor capacità di lettura dei bisogni oggettivi, fisiologici; cibo come risposta per tutto, per gestire un capriccio, per consolare da un pianto, per addormentare, sedare, rilassare.

Queste persone sviluppano scarsa tolleranza alla frustrazione, ed un pensiero tutto o nulla; l’abbuffata serve a allontanare quindi le emozioni negative, focalizzandosi su quelle positive procurate dal cibo.

L’ansia, che la maggior parte delle persone sentono nella pancia, viene spesso confusa con la fame ed inoltre il cibo gratifica immediatamente, gratifica; tuttavia il senso di colpa e la vergogna o la rabbia che conseguiranno l’abbuffata, faranno nuovamente sentire al soggetto quell’ansia/fame e il ciclo dell’abbuffata ricomincia.

È necessario allora educarsi al riconoscimento degli stati emotivi, in particolare di quelli che stanno sotto questo bisogno di gratificazione e tentare una modifica.

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