Il mondo sommerso

Il mercato della droga, oggi sotto gli occhi di tutti, rivela uno scenario di degrado oltre misura.

Abbiamo vissuto o convissuto ormai da tanti anni con un mondo parallelo velato spesso dall’omertà e dalla paura che lega pusher e consumatori, carnefici e vittime.

Zone centrali e periferiche di città mostrano resti di una guerra senza nome che rinnova ogni giorno la sua schiavitù, il rifugio di una umanità ai limiti della sopravvivenza.

Famiglia, scuola, istituzioni si interrogano; dibattiti, proposte di cambiamenti radicali riempiono di parole le cronache di questi giorni. La quotidianità del mondo “normale” si scopre impreparata e indifesa di fronte a un mondo sommerso dove si consumano lentamente le vite di tanti giovani adolescenti.

Arginare questo scempio diventa un compito primario per tutti, un dettato costituzionale che afferma il diritto dovere della salute del singolo e della collettività in un’ottica di risanamento e tutela dei minori.

I giovani,  ora più che mai, hanno bisogno di non essere inghiottiti dalla  trappola mortale della droga, un buco nero che cancella colori, pensieri, desideri di un’età che fatica a conoscersi e riconoscersi nella realtà che gli adulti hanno preparato e deciso per loro.

L’educazione rappresenta un percorso obbligato, la mediazione necessaria in grado di informare e formare e, citando Nelson Mandela ” è l’arma più potente che si possa usare per cambiare il mondo”.

Il mondo sommerso è purtroppo contaminato dalla violenza che ogni giorno affiora in modo prepotente  e detta le sue leggi contro le quali bisogna alzare un muro di difesa e di protezione gettando le basi per un futuro migliore per i cittadini di domani.

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