Si fa un gran parlare dell’uso delle nuove tecnologie da parte dei giovanissimi. Ci si divide rispetto al fatto che faccia bene o che faccia male favorirne l’utilizzo. Si elencano i rischi.
Eppure, dai dati emersi dal rapporto dell’ organizzazione svedese no-profit Bris, sarebbero i figli a preoccuparsi dell’utilizzo da parte dei genitori.
Il rapporto si basa sugli oltre 1.800 casi di adolescenti che lo scorso anno si sono rivolti all’organizzazione svedese no-profit Bris (Barnens Rätt i Samhället), che lavora per far rispettare i diritti dei minori ed offre loro aiuto o sostegno.
Emerge un numero sempre maggiori di ragazzini svedesi preoccupati da ciò che i genitori fanno online, raccontanto di visite a siti porno, scambio di immagini soft porno, chat, sesso virtuale.
Ciò che maggiormente spinge questi giovani a rivolgersi al servizio di aiuto e sostegno è il timore della separazione dei propri genitori.
Viene spontaneo chiedersi se questo nuovo "costume" e il conseguente timore non siano propri anche della nostra realtà.
Sicuramente oltre alla spinta verso un uso consapevole nei giovanissimi, forse è importante promuovere un codice di consumo anche nell’adulto.
Più che altro i giovanissimi ci sono cresciuti, gli adulti più inesperti potrebbero essere paradossalmente più facili prede di phishing o truffe, anche se in realtà siamo esposti tutti e ci sono grandi differenze caso per caso