La bocciatura – significati dentro e fuori la famiglia

Si è concluso da poco l’anno scolastico e già in molte realtà si parla di boom di bocciati.

Il quadro delle scuole italiane al termine dell’anno scolastico presenta ragazzi sempre meno interessati allo studio e all’apprendimento e sempre più orientati ad un uso socializzante ed aggregativo della scuola.

Insomma a scuola si andrebbe per stare con gli amici, per vedere gente.

Certo questa è solo una parte dei ragazzi impegnati sui banchi di scuola, ma sembra giocare un ruolo importante sulle aspettative degli stessi ragazzi, degli insegnanti e dei genitori.

La scuola infatti tende sempre più da un lato a tollerare la scarsa motivazione con triste rassegnazione e dall’altro, quando si accorge della troppa difficoltà e della non gestione di condotte e disagio, fa ampio uso della punizione esemplare.

Una scuola insomma doppiamente sconfitta.

La bocciatura per il ragazzo in difficoltà, disagiato, scarsamente motivato non fa che alimentare il circolo vizioso che si crea tra le anticipazioni negative e gli esiti negativi; se intuisce che l’adulto investe e si aspetta poco, fornirà esattamente quel comportamento e quel risultato.

A proporre queste aspettative negative e questo atteggiamento svalutante concorrono scuola e famiglia.

Non è raro sentire nei primi mesi di scuola, verso novembre, che già si stanno pensando delle bocciature; a solo due mesi dall’inizio scuola, prevedere una bocciatura, significa disinvestire a livello motivazionale ed educativo-formativo su quello studente, il quale, raccogliendo la previsione, tenderà a fornire esattamente quella risposta.

E l’anno successivo cosa succede? La previsione tende alla riconferma come una profezia che si avvera.

Il ragazzo tenderà a riprodurre la risposta con serio rischio di fallimento formativo e fuoriuscita dal sistema scolastico.

La normativa vigente spinge per una riduzione o abbandono della bocciatura orientando la scuola verso un minor ruolo selettivo e una maggior funzione educativa, formativa e di promozione della personalità.

Gli insegnanti sembrano dividersi tra buonisti e carnefici, sempre più incastrati nel mezzo del pensiero dicotomico promozione-bocciatura.

Con l’espressione "garantire il successo formativo" si vuole proprio sottolineare che il compito dei docenti è quello di creare tutte le condizioni che rendano possibile agli alunni l’acquisizione delle conoscenze, delle capacità e degli atteggiamenti che attengono alla loro alfabetizzazione culturale e soprattutto alla loro formazione umana.

Anche la valutazione quindi dovrebbe fungere da strumento capace di predisporre i percorsi formativi più idonei e più adeguati per il successo formativo.

Poste queste premesse è bene allora valutare quale possa essere l’impatto per la scuola, il ragazzo e la famiglia di una eventuale bocciatura, al fine di prevenire e ridurre il rischio di drop out, di fuoriuscita dal sistema formativo e interruzione della formazione umana del giovane.

Dietro una bocciatura vi sono diverse responsabilità a carico del ragazzo, della famiglia e della scuola ed è bene che ciascuno assuma le proprie e che insieme si progettino contesti formativi di promozione, valorizzazione e accompagnamento reciproco.

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