La difficile questione della tutela minorile all’interno delle carceri – Gran Bretagna

CARCERI MINORILI IN GRAN BRETAGNA: COME PROTEGGERE I GIOVANI RECLUSI?

Da quanto emerge da un’indagine di Amnesty international sono numerosissimi i casi di decessi verificatisi negli ultimi anni nelle carceri minorili di Inghilterra e Galles. Si calcola che tra il 1990 e il febbraio 2002 i minori detenuti morti per suicidio o per ferite autoinflitte siano stati 152, con un preoccupante incremento negli ultimi quattro anni. Nel 1999 l’Ispettore capo degli istituti di pena ha raccomandato al governo e alle autorità carcerarie di introdurre nuove modalità di gestione per prevenire i suicidi, prestando particolare attenzione ai bisogni delle detenute e dei giovani reclusi.

la situazione di allarme dipende in parte dal fatto che le raccomandazioni sulla sicurezza dei detenuti non siano state messe in atto pienamente e con prontezza, permettendo così il verificarsi di ulteriori casi di suicidio, oltre che violenze tra detenuti,maltrattamenti degli agenti di custodia, segregazione dei reclusi,mancanza di indagini efficaci su episodi di violenza o suicidio ed incapacità dimostrata dalle autorità britanniche nel proteggere i minori detenuti.

In Gran Bretagna le istituzioni penali minorili accolgono ragazzi e giovani dai 15 ai 21 anni. In media le carceri minorili di Galles ed Inghilterra ospitano ciascuna più di 2.500 reclusi. Dati ufficiali del marzo 2002 riferivano che, su una popolazione carceraria di 70.197 persone, più di 11.300 (circa il 16%) avevano meno di 21 anni. Nella fascia di età compresa tra i 15 e i 17 anni, il 20% dei detenuti erano neri, una percentuale molto alta se si considera che i ragazzi neri di pari età sono soltanto il 2-3% della popolazione.

I numerosi trattati internazionali sui diritti umani ratificati dal Regno Unito garantiscono il diritto alla vita, vietano la tortura ed altri trattamenti crudeli, inumani o degradanti e sanciscono il diritto ad essere trattati con il rispetto dovuto alla dignità umana.

Malgrado ciò, la situazione dei detenuti nelle carceri minorili britanniche è stata più volte oggetto di critiche da parte di varie organizzazioni non governative ma anche dell’ispettorato degli istituti di pena, un organismo alle dipendenze del ministero dell’Interno. Le violazioni dei diritti umani documentate sono ancor più gravi se si pensa che, data la posizione estremamente vulnerabile dei minori detenuti, le autorità hanno il dovere di proteggerli e devono rispondere per ogni danno da essi subìto.

Nell’ottobre scorso il Comitato delle Nazioni Unite per i diritti dell’infanzia ha reso note le proprie osservazioni a seguito dell’esame del secondo rapporto periodico del Regno Unito sull’applicazione della Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia. Il Comitato ha sottolineato molte preoccupazioni, in particolare la responsabilità penale in età estremamente bassa (8 anni in Scozia e 10 nel resto del paese) e l’aumento del numero di minori incarcerati in seguito all’adozione di una norma volta a contrastare la crescente delinquenza minorile, che consente la detenzione di minori tra i 12 e i 14 anni.

Per ulteriori informazioni: " Failing children and young people in detention ", reperibile al seguente indirizzo internet: web.amnesty.org

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