La Fase 2

La primavera è inoltrata ma facciamo fatica a riconoscerci in questa nuova stagione.

Troppi eventi hanno cambiato la nostra vita, la normalità che prima ci avvolgeva senza appesantirci è diventata una strana parata di isolamento e protezione con la quale dobbiamo abituarci a convivere. La vita di sempre non è più la vita leggera e spontanea nella quale gesti e azioni avevano il senso di una libertà acquisita e consolidata ormai da tanti anni. Abbiamo regole da rispettare, contatti da controllare, relazioni da centellinare.

Tutto è diventato un mondo strano, visionato e controllato da supervisori, leggi e decreti ministeriali che ci dicono quando e come muoverci, cosa possiamo e non possiamo fare. L’informazione ha una piattaforma stabile nella quale le notizie hanno lo stesso contenuto e, dopo la doccia fredda della preoccupante diffusione del contagio, questa nuova fase vede gli aspri scontri politici sulle modalità di ripartenza.

Tanti dubbi ed emergono soprattutto le difficoltà economiche che sono il risultato di un quasi totale arresto delle attività produttive durante la pandemia. Non è solo una questione individuale il ritorno alla normalità, bisogna pensare che tutto non tornerà come prima, che il lavoro (diritto inalienabile della costituzione) avrà tempi e modi diversi per poter decollare e restituire dignità e certezze a tanti che l’hanno perso.

La pandemia non ha fatto altro che acuire le problematiche sociali e la precarietà dei diritti nei quali tutti vorremmo ancora credere e riconoscerci. Ci attende una estate nuova, certamente diversa e quasi aliena, con il distanziamento sociale che è diventato il metro di misura della nostra vita e di quella degli altri.

I divieti aiutano anche a crescere e a sperimentare nuove occasioni di crescita personale ma non possono comunque diventare un percorso obbligato e permanentemente limitativo della libertà di pensiero e di azione perché c’è il rischio concreto di perdere tutto ciò che abbiamo con fatica conquistato nel corso della storia.

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