La fine della poesia

Da tempo la scienza ci illustra e ci indottrina sul funzionamento degli emisferi del cervello. Il destro deputato alle funzioni non razionali, il sinistro a quelle logiche.

La psicologia ha indagato le funzioni verificando che persone creative, artiste hanno una predominanza dell’emisfero destro, mentre le persone intellettuali hanno una predominanza di quello sinistro, sebbene i due emisferi siano collegati tramite il “corpo calloso” (fibre nervose di collegamento).

La psicologia evolutiva a partire dagli studi di Jean Piaget (18961980 psicologo, biologo, pedagogista e filosofo svizzero ha messo a punto la più importante teoria sullo sviluppo mentale del bambino), ha analizzato sistematicamente, col metodo clinico, la percezione, la logica la creatività. Nel bambino, sin dalla nascita è in funzione l’emisfero destro, mentre quello sinistro della logica e sue funzioni collegate successivamente si mette in funzione (Piaget, stadi preoperatorio e operatorio concreto dai 6/7 anni in su). Nei secoli la cultura occidentale educativa si è sempre più sperimentata, orientata alla logicità arrestando spesso le funzioni creative dell’emisfero destro, a partire dall’infanzia. Sistemi educativi e psicologici così seguendo, spesso hanno lasciato fuori considerazione qualità dei sentimenti, dell’amore, della creatività.

Quasi un mettere al servizio dell’emisfero sinistro quello destro. Non possiamo non considerare come anche il sistema di istruzione scolastica si soffermi prevalentemente su questo sforzo. Solo negli ultimi anni si è iniziato a parlare di educazione alla vita emotiva, ai sentimenti nelle scuole ma solo sporadicamente ed ad appannaggio di qualche progetto scolastico. Mosce bianche. Ci educhiamo ad un essere “civili” al costo di un prezzo.

Sacrificare la creatività, la poesia, l’arte, ogni forma di amore. Eppure nell’antropologia cristiane proprio l’amore è il comandamento per eccellenza (Matteo 22, 39). Spesso il sistema educativo, così detto civile dà poco spazio per la vita interiore, intima, della ricerca di se, rischiando di leggere come patologia una vita introspettiva. Colpisce, come all’interno del manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, DSM 5, vi sia un’attenzione particolare alla vita intima, introspettiva, come il lutto e l’empatia. Correndo il rischio di etichettare una psicopatologia.

Sopprimendo una educazione alla vita creativa, all’arte, alla poesia, all’amore non resta che concentrarsi sul denaro, il potere, la posizione sociale i quali divengono i nuovi idoli dell’uomo del terzo millennio (P. Riccardi psicoterapia del cuore e beatitudini, ed, Cittadella Assisi 2018). L’uomo di oggi, del terzo millennio, inconsapevolmente si costringe in schemi ripetitivi di pensiero. Pur sapendo che un certo comportamento, un modo di essere non porti alla felicità promessa, continua a ripeterlo, ignaro della fissità dello schema. L’uomo del terzo millennio stenta a rinascere. Sebbene l’affermazione rinascere rimanda, per noi cristiani, alla risposta di Gesù a Nicodemo: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio» (Gv 3,1-21).

Nicodemo è l’uomo razionale logico, attaccato a leggere la vita entro lo schema dell’avere, della sicurezza. Gesù propone alla stregua di uno psicoterapeuta dei tempi moderni un processo creativo, nel leggere l’esistenza (P. Riccardi parole che trasformano, psicoterapia dal vangelo. Ed Cittadella Assisi, 2014). Otto Rank, allievo e collaboratore di S.Freud, distaccandosi dalle idee del maestro, parlò per la prima volta dei soggetti nevrotici, come individuo adattati alla società, definendoli “ARTISTI MANCATI”. Rank vede nella creatività l’istinto che dà vita all’stinto di morte (Otto Rank L’ artista Editore SugarCo, 1996).

Per Frankl, psichiatra e ideatore della logoterapia e analisi esistenziale, considerata la terza scuola viennese di psicoterapia dopo Freud e Adler, i valori sono componenti universali di significato, essi sono validi per tutti e sono generalizzati, classificando i valori in creativi, d’esperienza e d’atteggiamento. Sono i valori creativi attraverso i quali l’uomo da qualcosa di sé al mondo.

Uscire dalla trappola della logicità significa aprirsi alla dimensione creativa del proprio mondo interiore, significa rompere gli schemi del passato, ripetitivi e fissi. Più lettura di poesia, osservazione dell’arte, della natura del tramonto e del sorgere del sole, considerare il seme che germoglia anche senza mano umana non può che rendere la vita una piacevole poesia.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.