La pedofilia: il male del 2000

Ci sono delle domande che, anche per pochi secondi, hanno attraversato la mente di ogni persona che sente parlare di Pedofilia: Chi è un pedofilo? È un “folle” o è semplicemente uno stupratore?
Fino al 1987, negli archivi ANSA, non vi era traccia di questa parola.
Il termine pedofilia (dal greco pais che significa fanciullo, e philìa amore) potrebbe significare predisposizione naturale dell’adulto verso il fanciullo o intendersi come forma educativa o pedagogica.
FREUD vedeva il pedofilo come un’immagine a specchio di se stesso.
Essa esiste da sempre, il suo nome riporta la mente ai miti dell’antica Grecia, a quando sacerdoti e maestri insegnavano l’arte amatoria agli allievi affidati alla loro protezione, intrecciando con essi un rapporto di amore e di cura, quanto di complicità e di subordinazione.
In ogni categoria fa la differenza. Il primum movens è l’adulto, che costringe il bimbo a divenire suo complice. È una relazione in cui il minore non può fornire il suo consenso, un prepubere non può essere d’accordo, il bambino da zero a sei anni non può entrare in una relazione conflittuale con l’adulto, i bambini di questa età prescolare hanno una chiusura difensiva molto alta.
Spesso il “segreto” viene fuori tramite due modalità: Il bambino ne parla con un amico/a con cui vi è assonanza, che lo riferirà ai genitori oppure lo raccontano all’insegnante, che poi contatta i genitori.
All’interno delle aule di Giustizia suscita grandi dibattiti ogni volta che determinati soggetti si sono resi protagonisti di reati efferati giudicati come folli dalla “coscienza collettiva morale” e scandalizzano i mass media perché, disturbati nella personalità  e nel carattere, vengono giudicati sani di mente ai fini dell’imputabilità.
Nel DSM IV Tr, manuale Diagnostico dei Disturbi Psichiatrici, si suppone che la persona attratta dal bambino, non si senta all’altezza di competere con altre persone del suo stesso sesso nel corteggiare un partner e perciò sposta la propria attenzione sul bambino/a, in quanto oppone minori resistenze e, in caso di rifiuto, prova meno ansia.
Il pedofilo ci tiene ad essere stimato dai bambini perché ciò sostiene la sua bassa autostima.
Le caratteristiche di personalità di questi soggetti sono: IMMATURITA’ AFFETTIVA: caratterizzata da scarsa efficienza e rapida esauribilità dei freni inibitori di fronte all’ imminenza e all’ urgenza degli impulsi sessuali, affettività egocentrica. Bassa tolleranza alla frustrazione.
IDENTIFICAZIONE DEFICITARIA: mancato riconoscimento delle proprie componenti sessuali, il processo di identificazione, connesso alla ricerca di identità cha va dalla dipendenza alla autonomia affettiva e sociale, appare non sufficientemente adeguato e non armonico rispetto alla realtà.
RELAZIONI INTERPERSONALI INADEGUATE: la mancanza di un modello chiaro di comportamento fa si che questi soggetti stabiliscano e mantengano rapporti confusivi.
La letteratura parla di pedofilia benigna, in cui vi è la formazione reattiva contro impulsi ostili e distruttivi nei confronti dei bambini. Il soggetto è attento ai bisogni del bambino, cerca il suo interesse e la sua fedeltà e desidera che la sua attività sessuale non venga rivelata ad altri; e pedofilia maligna, ovvero un’ espressione diretta alla distruttività attraverso attività erotiche esercitate unitamente ad altre forme di violenza. I comportamenti sono volti ad umiliare e produrre sofferenza nel bambino per trarre soddisfacimento.
A livello psichiatrico i disturbi di cui possono essere portatori questi soggetti sono: disturbo dell’adattamento, in cui vi è uno sviluppo di sintomi emotivi o comportamenti clinicamente significativi in risposta ad un evento stressante.
I sintomi sono:
•    Notevole disagio
•    Compromissione del funzionamento sociale/ scolastico/ lavorativo.
•    Umore depresso
•    Ansia
Freud e Fenichel hanno individuato l’origine ed il significato delle perversioni sessuali nella teoria delle pulsioni; il tutto viene ricondotto a fissazioni e regressioni verso forme di sessualità infantile ancora presenti nella vita adulta, con l’istinto e l’oggetto separati l’uno dall’altro.
Nella nosografia psichiatrica la pedofilia è una forma abnorme di perversione ed è nelle categorie delle parafilie assieme a: ESIBIZIONISMO. FETICISMO. FROTTEURISMO. MASOCHISMO SESSUALE. SADISMO SESSUALE. FETICISMO DI TRAVESTIMENTO. VOYEURISMO.
Ken Lanning, agente dell’FBI e tra i maggiori esperti al mondo di reati contro i minori, neha studiato 4 tipologie di soggetti pedofili: il represso, l’indifferente sul piano morale, l’indifferente sul piano sessuale, l’inadeguato.
Le modalità del soggetto pedofilo sono particolari, in quanto stabilita l’assonanza, mette in atto il gioco segreto, a livello cognitivo ed affettivo, attiva la relazione sessuale.
E’ una relazione gratificante, va a riparare delle figure mancanti. Il soggetto cerca di capire dove il bambino è più sensibile. I tempi sono lunghi, cerca di ricreare delle parti infantili che non ha, tramite i regali.

BIBLIOGRAFIA
l    Awad G. , Saunders E., Levene J. “A clinical study of male adolescent sex offenders, International Journal of Offender Therapy and Comparative Criminology”
l    Craissati J. “Gli autori di abusi sessuali sui bambini”, Centro Scientifico Editore, Torino, 2002.
l    Fergusson D. M., Mullen P. E. “abusi sessuali su minori”, Centro Scientifico Editore, Torino, 2004.
l    Fornari U. “Trattato di Psichiatria forense”, Utet, Torino, 2008.
l    DSM IV TR, Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, American Psychiatric Association, Ed. it. Masson, Milano 2001.

Dr. ssa Alessia Micoli

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