LA PEDOFILIA: RIFLESSIONI E SOLUZIONI PER FAR FRONTE AL FENOMENO

Il fenomeno della pedofilia non mostra segni di quiescenza.

Nei testi leggiamo che vi sono varie forme e varie sfaccettature: abbiamo l’ individuo "Pedofilo" ovvero l’adulto che rivolge la sua attenzione ai bambini prepuberi, esiste il "Pederasta" cioè chi rivolge le sue attenzioni sessuali ai maschi tra gli undici e i sedici anni ed il "Corefilo" colui che invece si rivolge alle bambine.

Il trattato Italiano di Psichiatria a cura di Cancheri e G. B. Cassano contempla la pedofilia nell’ ambito delle parafilie. Il pedofilo viene definito come “un soggetto che deve avere almeno 16 anni e deve essere maggiore di almeno cinque anni del bambino”.

Il DSM-IV, manuale diagnostico per i disturbi mentali,  individua tre criteri diagnostici per individuare la pedofilia:
A.    Durante un periodo di almeno sei mesi, fantasie, impulsi sessuali o comportamenti ricorrenti, e intensamente eccitanti sessualmente, che comportano attività sessuale con uno o più bambini prepuberi (generalmente di 13 anni o più piccoli)
B.    Le fantasie, gli impulsi sessuali o i comportamenti causano disagio clinicamente significativo o compromissione dell’area sociale, lavorativa o di altre importanti aree di funzionamento.
C.    Il soggetto ha almeno 16 anni ed è di almeno 5 anni maggiore del bambino o dei bambini di cui al criterio A
Spesso sono soggetti non affetti da psicopatologie rilevanti, spesso  vi è in questi soggetti la presenza di problemi psicologici quali: insicurezza, immaturità psicosessuale, inadeguatezza, dipendenza nei confronti delle figure genitoriali, stato depressivo, ansia, apatia e/o abulia.

E sappiamo che dall’ altra parte c’è un piccolo individuo: il bambino che, però, per il suo particolare stadio evolutivo, non è in grado di dare un consenso responsabile e non è nemmeno in grado di rifiutare la proposta dell’adulto, soprattutto se questi appartiene all’area dei conviventi.

La pedofilia è, anche, al femminile, secondo le stime, in cinque casi su cento, ad abusare sono madri incestuose, ambigue zie, maestre e baby sitter, fino alle “regine per una notte” che, sulle spiagge del Terzo mondo, vanno a caccia di beach boys giovanissimi e indifesi.

Alcune donne si vendicano degli uomini.

È importante cercare una soluzione a questo fenomeno che si sta dileguando e che non vede confini, difatti notiamo un crescere di denunce di abuso sessuale su minori.

Bloccare l’indifferenza di chi pensa che ai propri figli non succederà mai, l’omertà, il silenzio.

Vincere contro un fenomeno pari ad una guerra che miete vittime innocenti.

Debellare un cancro che colpisce la società, indifferentemente.

Per lottare contro la pedofilia non servono armi o strategie militari, ma soltanto parole, informazioni e conoscenze.

Divulgare l’ informazione corretta, tramite seminari, convegni giornate studio e promuovere il dialogo all’ interno della famiglia. Difatti il dialogo genitori-figli è lo strumento privilegiato di controllo e prevenzione.

Il genitore deve saper ascoltare, in maniera comprensiva, dedicando tempo al figlio ed ai suoi spazi.

L’ importanza del tempo trascorso “per il figlio”, non deve essere a livello quantitativo, ma qualitativo. Un genitore può lavorare fuori casa, tutto il giorno ma magari dare attenzione ai discorsi e alle richieste del bambino. Bisogna osservare il piccolo, il suo mondo, la sua realtà fattuale e quindi chi  ruota intorno a lui.

Bisogna riuscire a spiegare ai bambini che ci sono delle persone che hanno problemi sul piano affettivo e sul piano sessuale e che non bisogna fidarsi, in assoluto, di tutti.

Dr. ssa Alessia Micoli

BIBLIOGRAFIA
–    Fornari U. “Trattato di Psichiatria Forense”, Utet, Torino, 2008
–    DSM IV TR, Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, American Psychiatric Association, Ed. it. Masson, Milano 2001.
–    Howitt D. “Pedofilia e reati sessuali contro i bambini”, Centro Scientifico Editore, Torino, 2000.

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