La “peer education” nell’educazione alla salute

Secondo l’O.M.S. la salute è uno stato di completo benessere fisico, psichico e sociale.

La definizione di salute ha subito un cambiamento nel corso degli anni, essa non è più solo assenza di malattia ma una condizione di armonico stato di benessere fisico-psichico-relazionale perfettamente integrato con l’ambiente in cui il soggetto vive.

Questo modello socio-culturale ha superato di molto quello biomedico di carattere prevalentemente individualista in cui gli interventi sul paziente erano soltanto di tipo farmacologico e chirurgico e la malattia veniva ridotta esclusivamente a cause biologiche.

Nel corso degli anni ottanta è maturata una nuova pratica medica tesa a cogliere la dimensione umana e quella psico-sociale (modello bio-psicosociale) che vede una interazione tra specialisti di diverse discipline impegnati nella cura ma soprattutto nella promozione della salute.

Nell’ambito scolastico, che rappresenta un nucleo collettivo allargato, l’educazione alla salute può determinare risultati più efficaci e permanenti se gli insegnamenti vengono trasmessi nel gruppo dei pari (peer education).

I principali aspetti della peer education sono evidenziati da questi punti che definiscono il messaggio educativo e le modalità con cui esso viene veicolato:

  •  ruolo del piccolo gruppo
  • processo a cascata
  • importanza del setting e degli adulti facilitatori
  • effetto di contagio
  • passaggio del testimone
  • protagonismo attivo degli adolescenti

Sappiamo come in fase adolescenziale il gruppo rappresenti un modello da imitare e i comportamenti individuali spesso si conformino ad atteggiamenti il più delle volte negativi di persone leader.

Per questo motivo le informazioni e le conoscenze che “passano” attraverso il gruppo risultano più efficaci se un componente dello stesso, opportunamente formato dagli adulti, riesce a trasmettere ciò che ha appreso dagli adulti (insegnanti).

Lo scopo della peer education è quello di organizzare strategie mirate che offrono occasioni di confronto, discussione e scambio di esperienze nel gruppo dei pari.

L’adulto diventa un facilitatore perchè il suo compito è quello di mediazione tra la sorgente dell’informazione e il gruppo a cui è rivolta.

I formatori, scelti dagli adulti, dovranno organizzare interventi rivolti ai loro coetanei con cui si stabilisce un rapporto “simmetrico” tra “utente” ed “esperto”.

I temi di educazione alla salute potranno riguardare sia la sessualità che l’igiene ambientale, la prevenzione dell’H.I.V., la sicurezza stradale e il controllo delle nascite.

Sul piano pedagogico, come sostiene Debesse, l’educazione deve ” essere creatrice, nel senso che aiuta il ragazzo a crearsi l’abito e l’atteggiamento alla ricerca della verità, del bello, dell’utile, del semplice, dell’autentico, del benessere”.

In questo senso la peer education diventa un itinerario di conoscenze dalle molteplici potenzialità perchè può coinvolgere e far partecipi i destinatari ai quali il messaggio si rivolge impegnandoli in modo diretto nell’acquisizione di comportamenti utili per la prevenzione e la tutela della salute.

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