La scuola un bene di consumo?

scuolabullismo

Il recente caso di cronaca torna purtroppo a mettere in evidenza i fenomeni sempre più diffusi del bullismo.

Come sempre l’educazione costituisce il fulcro di queste vicende, ma in questo contesto si fa strada un atteggiamento iperprotettivo dei genitori che sembrano non consapevoli delle responsabilità dei propri figli.

Nonostante la gravità dell’accaduto ( un compagno del gruppo e’ stato denudato e sul suo corpo sono stati fatti disegni e attaccate caramelle) per alcune mamme questo è stato solo uno scherzo e hanno ritenuto la sospensione dalle lezioni una punizione troppo severa.

Per molti genitori la scuola non rappresenta un importante contesto formativo ma viene equiparata ai beni materiali che i ragazzi hanno a disposizione e per questo il danno previsto ( la perdita dell’anno scolastico) si configura come una penalizzazione economica difficile da accettare.

È sempre più impegnativo contrapporsi a questa difesa ad oltranza, la ” copertura” o la giustificazione di gravi comportamenti che i genitori adottano per proteggere i propri figli. Il consumismo insegna a soddisfare desideri più o meno necessari ma non può riempire il vuoto educativo nel quale i ragazzi continuano a dondolarsi senza acquisire un minimo di responsabilità e autonomia di giudizio. L’azione educativa della scuola può e deve essere sostenuta dai genitori, responsabili in prima linea degli insegnamenti indispensabili per lo sviluppo equilibrato della personalità.

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