La violenza a scuola

È noto come nelle società occidentali industrializzate il problema della violenza emerga costantemente come aspetto negativo di un malessere sociale generalizzato.

La cronaca quotidiana ci mostra come anche a scuola questo fenomeno stia diventando sempre più preoccupante e degno di attenzione da parte delle agenzie educative e dalle istituzioni. Spesso i ragazzi che insultano, deridono gli insegnanti hanno alle spalle famiglie che non trasmettono insegnamenti e valori educativi fondamentali per la crescita.

Il nucleo familiare costituisce da sempre il primo contesto ambientale in cui si stabiliscono le relazioni, in esso si sviluppano interessi, motivazioni e modelli comportamentali che avranno una loro specifica valenza educativa se proiettati in un contesto sociale allargato come la scuola.

I divieti che aiutano a crescere rappresentano dei punti di riferimento che aiutano a discernere, valutare, comprendere il significato e le conseguenze di azioni, scelte e comportamenti.

Spesso i genitori demandano alla scuola i compiti educativi che sono di loro competenza e inoltre non collaborano, o addirittura tendono a svalutare la funzione educativa dei docenti.

Tutto questo non consente agli educatori di intervenire in modo efficace nelle diverse problematiche che gli adolescenti manifestano dentro le mura scolastiche.

La violenza verbale e fisica con cui i ragazzi esprimono insofferenza e disagio sono il sintomo evidente di fragilità e narcisismo, il riflesso di una società che pian piano tende ad anestetizzare sentimenti e desideri, motivazioni e progetti per il futuro in un clima di violenza gratuita e superficialità che i mass media propagandano ogni giorno.

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