L’educazione al bello

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La pedagogia del bello rappresenta un percorso importante per educare i bambini, fin da piccoli, alla conoscenza del mondo e della sua rappresentazione.

L’ambiente di vita può stimolare la ricerca del bello se offre alla vista  oggetti gradevoli e colorati. La pedagogista Maria Montessori si fece portavoce di questo messaggio perché nelle sue scuole l’arredamento è particolarmente suggestivo, gli oggetti di uso comune oltre essere funzionali sono colorati con tinte diverse e vivaci.

La conoscenza del mondo esterno, in questo contesto, riesce a trasmettere messaggi positivi e a favorire la strutturazione del mondo interno dei bambini in modo speculare e sereno. L’educazione al bello (soprattutto in questo periodo nel quale si evidenzia un imbarbarimento dei costumi e dei comportamenti sociali) è un presupposto di crescita psicologica equilibrata, consapevole, autonoma.

La funzione dell’educatore è quella di trasmettere il senso del bello che può  orientare all’acquisizione degli strumenti soggettivi per conoscere la realtà nei suoi vari aspetti. Tutto questo si configura come un  prezioso significato di valore perché il senso estetico diventa un patrimonio personale da sviluppare nel corso della vita.

La bellezza -secondo Stefano Zecchi docente di estetica- è’ differenza, il contrario dell’omologazione. In tal senso si può educare al bello evidenziando la diversità delle cose.

Ma per essere differenti, cioè belli, vale di più tirare fuori il meglio di se’ dal punto di vista dell’intelligenza e della cultura.

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