L’etica della cura

Prendersi cura di qualcuno (caring) significa interagire con l’altro mediante sentimenti di partecipazione emotiva e di empatia.

Questo periodo storico che stiamo vivendo ci impone con forza di concretizzare sentimenti di solidarietà e altruismo, le spinte verso il prossimo che prima avevamo tralasciato o ignorato del tutto. In un mondo teso alla rapidità e superficialità dei rapporti sociali questo spazio, obbligato ma necessario, ci invita alla riflessione e alla rivalutazione di quanto gli altri siano importanti.

Vediamo giornalmente un panorama sociale vivo e partecipe che fa da sfondo a storie di dolore e di rinascita, espressioni e desideri di condivisione che rompono le barriere del l’individualismo e dell’isolamento.

La teoria delle “capabilities” (capacità o competenze sociali che misurano la ricchezza di uno stato sulla base delle reali opportunità  offerte ai cittadini e alla parità dei diritti) Martha Nussbaum  propone degli ambiti di impegno indispensabili : coerenza dei principi etici individuali, superamento degli stereotipi, “sguardo interiore” come presa di coscienza e di empatia, lavoro di squadra per sviluppare la reciprocità e il rispetto reciproco, la speranza che rappresenta un investimento per il futuro.

La filosofa, citando Kant, sostiene che abbiamo il dovere morale di coltivare la speranza ” in noi stessi in modo da massimizzare i nostri sforzi in nome dell’umanità e cogliere ogni opportunità di far progredire i valori positivi che il mondo ci può offrire”.

L’etica della cura ci invita a guardare nel benessere della comunità l’obiettivo primario di  una condivisione e di reciproco riconoscimento sociale.

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