L’insegnante mi educa o mi spaventa?

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Di questi giorni la notizia di una maestra agli arresti domiciliari per maltrattamenti in Campania.
Usava schiaffi, ingiurie e ritorsioni contro alcuni alunni.

Questo genere di notizie si inseriscono e fratturano la già delicata relazione fra famiglie e scuola, rendendo ancor più critico il ruolo educativo e le sue applicazioni.

L’insegnante dovrebbe essere considerato autorevole e dovrebbe quindi essere rispettato e supportato dal nucleo famigliare.

Ma quando i genitori si sfiduciano o peggio spaventano, come possono reinvestire?

Il dialogo scuola-famiglia trova oggi ostacoli difficilmente superabili ed a farne le spese sono gli alunni.

Dal 10° Rapporto Nazionale sulla Condizione dell’Infanzia e dell’Adolescenza, stilato da Eurispes, in collaborazione con Telefono Azzurro,emerge una preoccupante sfiducia dei giovani nei confronti degli insegnanti.

Un segno tangibile della mancanza di fiducia verso gli adulti di riferimento.
Sfiducia in un contesto di cotinue prevaricazioni, offese, provocazioni, derisioni, furti, estorsioni e abusi che la scuola continua a registrare.

Frequentemente si incontrano insegnanti che hanno difficoltà ad affrontare il compito insegnamento, a gestire e relazionarsi in modo efficace con i nuovi giovani.

Ad S.O.S scuola, presente su questo sito, si rivolgono numerosi insegnanti che portano non solo difficoltà ma un vero e significativo disagio, capace di compromettere la qualità di vita e la salute psico-fisica.

I problemi psichiatrici rappresentano il 70% delle cause dell’abbandono scolastico dei docenti; un Burnout causato dal disagio psichico e dalla difficoltà di fronteggiamento della nuova realtà scolastica e giovanile.

Che conseguenze per i bambini?
Le principali conseguenze possono essere il disadattamento, il disagio e la difficoltà a portare a termine il compito scuola.

L’insegnante che ha consapevolezza dell’importanza del suo compito, la competenza e la capacità di mettere in discussione il proprio procedere svolgerà positivamente il suo compito educativo.

Il rapporto interpersonale tra scolari ed educatore è prototipo degli ulteriori rapporti dell’individuo con gli altri; ne consegue come la personalità dell’insegnante sia quindi importante nel processo di maturazione degli studenti.

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  1. Laura ha detto:

    Per poter parlare delle dinamiche educative è necessario avere come riferimento il contesto ambientale e culturale nelle quali esse si sviluppano. È indubbio come le “regole” societarie si sono profondamente modificate, l’autorità genitoriale e degli adulti in generale non trova il terreno fertile per indirizzare e orientare la crescita degli adolescenti i quali sono influenzati da modelli culturali fittizi e spesso superficiali. Con questo non significa che bisogna rinunciare all’impegno, certamente oneroso, della “buona” educazione e cercare di infrangere i falsi miti e ideali di una società nella quale diventa sempre più importante apparire rinunciando al pensiero critico che rappresenta l’unico strumento di crescita personale.

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