Lo strutturalismo in ambito educativo

Lo psicologo J.Bruner  approfondì le teorie di Dewey  sviluppando gli aspetti relativi all’evoluzione dell’apprendimento.
Egli sostiene, a differenza di Piaget, che non ci sono stadi prestabiliti ma che gli stimoli ambientali possono favorire e anticipare i processi mentali coniugando la creatività e la razionalità del cervello destro e sinistro.

Lo strutturalismo educativo si basa essenzialmente sull’insegnamento ciclico o a spirale.

I nuclei portanti delle varie discipline possono essere insegnati a qualunque età in forme adeguate allo stadio evolutivo che si prende in considerazione.

Questo tipo di insegnamento è il presupposto di  una conoscenza permanente e significativa perché partendo da basi comuni sviluppa il pensiero critico che deve rimodellare ed adattare le conoscenze acquisite ai vari contesti che si presenteranno nel corso della vita.

Dal punto di vista psicologico Bruner sostiene che l’autobiografia rappresenta la ricerca della propria identità che non ha termini prefissati ma abbraccia l’intero arco di vita dell’individuo.

L’educazione nel suo significato etimologico rappresenta uno scambio osmotico tra l’ambiente e il soggetto che è parte attiva nella costruzione della propria rappresentazione del mondo.

Bruner definisce la sua teoria in quattro punti più importanti: far emergere la struttura della disciplina nei processi di apprendimento, individuare l’età giusta per l’apprendimento, l’importanza della complementarità tra il pensiero intuitivo e pensiero analitico, ruolo della motivazione nell’apprendimento.

“ Le strutture sono le idee organizzatrici che mirano a connettere e semplificare l’esperienza: in fisica si è scoperta l’idea di forza, in chimica di combinazione, in psicologia quella di motivazione, in letteratura quella di stile. La storia della cultura è la storia delle grandi idee organizzative e strutturali” ( J.Bruner).

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