Mi ama o non mi ama? Difendersi dalla manipolazione affettiva

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Ho l’impressione che molte persone possano essere costrette dentro una relazione non sana e che facciano fatica ad uscirne.

Sono numerosi i soggetti che non riescono a comprendere il comportamento del partner, che a volte lusinga e a volte svaluta, che a volte riempie di attenzioni ed altre minaccia di abbandonare.

Queste persone si interrogano sullo stato dei sentimenti (mi ama?, lo amo?) e faticano ad accorgersi delle manipolazioni a cui sono esposte; colgono l’ambivalenza del partner, a volte protettivo a volte sadico, e possono correre il rischio di colpevolizzarsi e di cercare sempre nuovi modi di compiacere l’altro.

Non è semplice difendersi da un manipolatore affettivo, e il rischio di sviluppare una dipendenza affettiva è alto!

Come si indentifica un manipolatore affettivo?

Isabelle Nazare-Aga, in un recente libro ha elencato le 30 caratteristiche del manipolatore affettivo, che vado ad elencare di seguito:

1. Colpevolizza gli altri, ricattandoli in nome del legame familiare, dell’amicizia, dell’amore ecc.

2. Fa credere agli altri che bisogna essere perfetti, che non si deve mai cambiare opinione, che occorre sapere tutto e rispondere immediatamente a richieste e domande

3. Utilizza i principi morali degli altri per soddisfare le proprie necessità (cortesia, umanità, solidarietà ecc.)

4. Mette in dubbio qualità, competenza, personalità degli altri: critica, svaluta e giudica (“Tu sei..”)

5. Può essere geloso, anche se è un genitore o un parente

6. Utilizza lusinghe per adularci, fa regali o diventa improvvisamente pieno di premure verso di noi

7. Fa la parte della vittima per essere compatito esasperando i suoi malesseri

8. Rifugge dalle sue responsabilità riversandole sugli altri

9. Non comunica chiaramente le sue richieste, i suoi bisogni, i suoi sentimenti e le sue opinioni

10. Risponde molto spesso in modo vago

11. Cambia argomento con disinvoltura nel corso di una conversazione

12. Evita i colloqui e le riunioni

13. Fa arrivare i suoi messaggi attraverso intermediari (telefona o lascia appunti scritti)

14. Invoca ragioni logiche per mascherare le sue richieste

15. Predica il falso per sapere il vero, deforma e interpreta

16. Non sopporta le critiche e nega l’evidenza

17. Fa minacce velate o ricatta apertamente

18. Semina zizzania, crea sospetti e conflitti per avere la situazione sotto controllo e per provocare la rottura della coppia

19. Cambia idea, comportamenti, opinioni a seconda delle persone e delle situazioni

20. Mente

21. Punta sull’ignoranza degli altri e li convince della sua superiorità

22. È egocentrico

23. I suoi discorsi sembrano logici e coerenti, mentre i suoi modi, le sue azioni e il suo stile di vita non lo sono affatto

24. Si riduce sempre all’ultimo momento per chiedere, comandare o far fare qualcosa agli altri

25. Non tiene contro dei diritti, dei bisogni e dei desideri altrui

26. Ignora le richieste (nonostante affermi di occuparsene)

27. Produce uno stato di malessere o un sentimento di non libertà (Trappola)

28. Ci fa fare cose che probabilmente non avremmo fatto spontaneamente

29. E’ efficiente nel perseguire i propri fini, ma spesso a spesse altrui

30. E’ costantemente oggetto di discussione tra le persone che lo conoscono, anche quando lui non è presente.

 

Chi ha avuto a che fare con un soggetto del genere ha provato la sensazione di passare dal ruolo di “principe/ssa a quello di vittima”, con una brutta caduta da una iniziale idealizzazione, alla gestione di un partner malevolo.

Non ci si capacita di come possa diventare tanto cattivo un soggetto precedentemente tanto seduttivo e affascinante.

Come fanno quelle qualità stupende inizialmente palesate a tradursi in tanta intenzionale aggressività?

Come nasce la dipendenza affettiva?

La fase seduttiva è preparatoria e serve a conquistare ed indebolire la preda, a cui segue una fase in cui il manipolatore destabilizza, colpevolizza, induce nella vittima pensieri e comportamenti.

La vittima è indotta dall’idealizzazione a pensare che sia colpa sua se le cose sono cambiate e non vanno bene e a chiedersi cosa poter fare per assecondare, compiacere, trattenere l’altro.

La vittima non tiene conto del piano di realtà,  di questi comportamenti nuovi,  non li percepisce come reali parti dell’altro, li nega; non scredita il partner, attribuisce tutto a sè, si colpevolizza. La vittima non può opporsi, il manipolatore la punirebbe.

La vittima viene scelta sulla base delle sue qualità, qualità mancanti nel manipolatore, che non è quindi disposto a perderla.

La vittima erroneamente attribuisce a questo il significato di amore, di sentimento “allora ci tiene, allora sono ancora importante”, rientrando nel ciclo seduttivo.

0 commenti Aggiungi il tuo

  1. laura ha detto:

    La manipolazione affettiva trova un terreno fertile soprattutto in donne fragili che hanno introiettato una rappresentazione maschile dominante o, all’opposto, totalmente assente o carente sul piano educativo. In questo contesto è più facile subire il condizionamento psicologico perchè si diventa malleabili ad ogni forma di “superiorità” che purtroppo nel tempo crea la dipendenza ( impossibilità a interrompere il legame di possesso)

  2. Laura ha detto:

    Mi chiedo se il manipolatore affettivo sia in grado di amare veramente come dice. Si può classificare il suo atteggiamento, seppur ostile o meglio “perverso”, come una ricerca di attenzione e affetto nei confronti di una persona? a che scopo altrimenti imbattersi in un circolo vizioso, dove altalena in continuazione una serie di maschere per apparire una persona impeccabile, gentile e premurosa, sfoderando in seguito una mole non decifrabile di cattiveria, gelosia e possessività?
    Mi rendo conto che sicuramente la sindrome del “Manipolatore Affettivo” ha alla base degli scompensi affettivi ,oltre che chiaramente psicologici . Ma a che pro agiscono queste persone? qual è la motivazione per la quale decidono di risucchiare completamente l’anima di una persona se non per un fine ultimo ben preciso?

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