Ogni ponte ha la sua storia

“Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi” ( M. Proust )

Il crollo del ponte a Genova ha polarizzato l’attenzione di tutti gli italiani lasciando una scia di dolore per le numerose vittime e un senso di impotenza di fronte a questo tipo di tragedie.

Le persone che hanno incontrato casualmente la morte si apprestavano a partire per le vacanze o per andare al lavoro, attività quotidiane che ogni giorno scandiscono i ritmi della vita di ciascuno di noi e che rappresentano la naturalità di gesti, azioni, pensieri, progetti, desideri.

Il ponte di Genova è forse il simbolo e la metafora oltre che della vita spezzata anche del crollo dell’unione che lega le persone , storie che vedono la nostra penisola il porto sicuro di molti migranti in fuga dal paese di origine. L’umanità e l’accoglienza sono diventate una merce politica sulle quali barattare idee e convinzioni, un mercato di scambio che crea schieramenti e contrapposizioni come ogni giorno la cronaca ci mostra in prima pagina.

La demolizione o la ricostruzione del ponte di Genova apre il dibattito su cosa e’ giusto fare per un futuro migliore e più sicuro per tutti ma forse e’anche un invito a riflettere sui pericoli di un periodo storico molto delicato che ci vede partecipi e non solo osservatori di un cambiamento globale in atto.

Ogni ponte ha la sua storia perché le radici, le origini non possono essere dimenticate. Il volto dell’umanità tende a perdere significato e valore se non vengono rispettati i principi fondamentali di un’etica di progresso sociale che guardi al futuro senza paure, con la consapevolezza che il cambiamento e’ un atto di fiducia  e di consapevolezza, dentro e fuori di noi.

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