Orientamento e formazione nella didattica

La didattica a distanza, pur se attivata con tanta buona volontà dai docenti, rivela le sue criticità sia per il diverso modo di condurre il dialogo educativo che per la mancanza da parte di diversi ragazzi degli  strumenti necessari per potersi collegare con gli insegnanti.

Comunque questa metodologia, certamente non nuova per tante istituzioni scolastiche  ma non così generalizzata come unico canale di apprendimento, sarà una esperienza positiva considerando che la maggior parte dei ragazzi è in grado di utilizzare gli strumenti informatici spesso per attività ludiche che svolgono da soli o in compagnia.

Tuttavia trasmettere informazioni delle varie discipline comporta un diverso tipo di approccio, spesso manca da parte degli alunni la motivazione, la spinta iniziale che serve per attivare un tipo di apprendimento efficace e permanente. Questa situazione è molto frequente in contesti scolastici tradizionali dove, entro le aule, l’attenzione e la concentrazione risultano spesso inadeguate e poco gratificanti.

Forse sarà il caso, ora più che mai, di rivedere la didattica tradizionale, cercando di far leva proprio sulla motivazione e sull’interesse. Spesso i ragazzi avvertono che i contenuti disciplinari sono avulsi dalla realtà che vivono quotidianamente, non riescono a sentirsi coinvolti da tematiche astratte e lontane che richiedono capacità concettuali e categorie mentali ben strutturate.

Gli adolescenti, in fase di crescita fisica e psicologica, non hanno ancora maturato autostima ed auto efficacia indispensabili per il processo di costruzione dell’identità.  

L’esperienza  scolastica, nella sua interezza, ha il compito di  orientare e formare : Il sapere( conoscenze),il saper  fare( capacità )e il saper essere(competenze)  sono le tre sfere della conoscenza che, integrate tra loro, riescono a indirizzare  e valorizzare il percorso scolastico di ogni studente.

Le  lezioni da remoto di questo periodo dovrebbero tenere conto soprattutto che il nozionismo fine a se stesso non può e non deve incidere molto sulla valutazione globale del percorso didattico.

Se i docenti riescono a sconfiggere apatia, disinteresse, pigrizia si troveranno di fronte alunni partecipi ed empatici  che non sono la carta assorbente delle lezioni ma interlocutori di un processo in divenire. Il filosofo U. Galimberti sostiene: ” Bisognerebbe che i professori, oltre a sapere la loro materia, fossero in grado di comunicarla e affascinare.

A scuola è importante saper appassionare perché l’unica cosa che conta è l’amore. Attirarli a livello emotivo significa trovare la breccia per poi passare al livello intellettuale. Se invece si scarta la dimensione emotiva, sentimentale, affettiva allora non si arriva neppure alle loro teste”. Proprio per questo l’importanza della relazione emerge in tutta la sua peculiarità perché la comunicazione efficace può trasmettere serenità alimentando autostima, creatività e autocontrollo.

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