Peer Education – una esperienza diretta

Circa dieci anni fa, mentre frequentavo il quarto anno delle Scuole Superiori all’ ITIS Cobianchi di Verbania, ho avuto la possibilità di partecipare ai primi esperimenti dell’uso della Peer Education in ambito educativo.

Il progetto di allora era basato sulla necessità di informare e discutere sul tema dell’ AIDS e della malattie a trasmissione sessuale (MTS).

Il tutto è stato organizzato dalla scuola stessa e l’associazione “Contorno Viola” che si occupava della problematica presa in esame.

Eravamo un piccolo gruppo di studenti del quarto e quinto anno, siamo stati formati in maniera attiva su come si conduce un gruppo e come si può parlare di un argomento in modo strutturato ma in condizioni comunque meno formali rispetto al rapporto Adulto – Adolescente.

Abbiamo imparato l’uso del Brainstorming, dei giochi di ruolo, e di come esporre argomenti particolari senza trovarci a fare una lezione frontale classica. Ci è stato fatto notare che erano strumenti che potevamo usare a prescindere dalla tematica presa in esame.

Dopo aver ricevuto questa formazione, siamo stati informati su dati, storia, caratteristiche biologiche dell’ HIV e altri virus e batteri, sulle caratteristiche delle malattie e sui metodi anticoncezionali. Tutte queste informazioni dovevamo trasmetterle ai nostri coetanei di classi diverse dalla nostra.

E’ stata un’esperienza particolarmente interessante che mi ricordo ancora con piacere.

Trovo che l’educazione alla pari sia un modo intelligente per educare su determinati argomenti in modo strutturato, credo comunque che debba essere coadiuvante all’educazione e all’insegnamento da parte di adulti.

Quello che trovo impressionante che le modalità di conduzione di un gruppo, siano modalità non utilizzate dagli adulti.

Trovo logico che determinati argomenti come Malattie a trasmissione sessuale, Disturbi Alimentari, Bullismo non possano essere prese in esame come una “lezione” ma debbano essere argomento di discussione.

La peer education è un mezzo per educare e per insegnare.

Prima di tutto gli adulti dovrebbero essere coscienti della differenza tra educazione e insegnamento e dovrebbero trasmetterla ai giovani che hanno la responsabilità di aiutare i loro coetanei. Questa esperienza è rimasta fondamentale per me come formatore, studente e ora come adulto.

Oggi mi occupo di ri – educazione e di formazione in ambito corporeo, faccio ricerca e trovo che il punto principale non sia tanto aiutare i ragazzi ma gli adulti a prendere coscienza di loro stessi.

Ci ritroviamo a usare la peer education come mezzo o l’usiamo per scaricare la coscienza che come adulti l’unica cosa che possiamo fare è lasciare nelle loro mani la loro vita? Può un adulto non risolto aiutare una persona che sta diventando adulto? Il tutto sta nel rieducare noi adulti.

Siamo coscienti di questo?

di Samuele Papiro

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