PROGETTO DI METODOLOGIA PER POTENZIARE LA FORMAZIONE IN AULA

Sono molti i dettagli da tener conto per promuovere l’ apprendimento degli studenti durante le lezioni di materie quali la psicologia, dettagli indispensabili, ma che spesso non vengono potenziati tutti allo stesso modo. Questo lavoro si propone di osservare minuziosamente ogni sezione della metodologia didattica formativa.
L’ evoluzione della conoscenza è procedere per tappe e basilare è la soggettività dell’ ascoltatore, dello studente. La teoria della relatività di Einstein ha sottolineato l’ importanza dell’ osservatore e del suo punto di riferimento, ogni formatore dovrebbe procedere per passi nel cammino delle sue lezioni, tenendo sempre conto chi ha di fronte, cioè individui che hanno sete di sapere ma che non apprendono tutti in egual misura e nella stessa maniera.
Nella metodologia didattica le fonti primarie sono la comunicazione ed il formatore o professore e lo scopo è quello di ottenere una comunicazione efficace (Ausubel, 1968).
Il formatore deve coinvolgere gli studenti trasmettendo gli obiettivi ed al tempo stesso l’ impegno, valutando e potenziando le proprie capacità di esposizione.
Le abilità di comunicazione sono utili nel promuovere attività di miglioramento e apprendimento; ricordiamo l’ascolto attivo che consiste nell’ ascoltare quanto il formatore dice, nel fare poi domande di chiarimento, l’assertività che si distingue dall’ aggressività e dalla remissività, consiste nel chiedere chiarimenti quando il formatore non è stato chiaro nell’ esposizione, la comunicazione non verbale in cui si distinguono aspetti non verbali: capacità di mantenere il contatto oculare, orientamento e postura del corpo adeguati adottando una distanza sociale e pubblica , aspetti paralinguistci, rappresentati dalla manipolazione metacomunicativa dei contrassegni soprasegmentali: tono, volume, accento, chiarezza della voce e velocità dell’ eloquio, in ultimo l’equilibrio negli scambi verbali.
Tra i vari livelli di comunicazione non esiste una separazione ma un processo di influenzamento reciproco. Ricci Bitti ha proposto la classificazione del NV: elementi NV del parlato, intonazione e paralinguistica, ed elementi cinestesici, microcinesica e macrocinesica.
Per progettare la formazione è fondamentale studiare quali tecniche si possono utilizzare per massimizzare l’ efficacia della formazione stessa e quali strategie espositive è importante riuscire ad impegnare.
Fondamentale la possibilità di riflettere sulle condizioni individuali, collettive, organizzative e disciplinari che sono alla base delle scelte che il docente deve effettuare per poter sviluppare le conoscenze, le abilità, le esperienze e le competenze negli studenti.
Quando si effettua una lezione bisogna guardare spesso gli studenti che ascoltano, guardandoli negli occhi ma non più di 5 secondi, di solito bisogna prendere tre punti di riferimento dell’ aula (destra sinistra e centro) e spaziare con lo sguardo da uno all’ altro punto in modo tale da dare l’ impressione di guardare tutti i presenti; assumere un atteggiamento fisico di apertura con le braccia lungo i fianchi o aperte, mai dietro la schiena o in tasca e le palme delle mani rivolte verso il pubblico mentre si accompagna il discorso, non parlare troppo in fretta e scandire bene le parole.
Studiare lo scopo della formazione significa specializzare le competenze tecniche, culturali, metodologiche e professionali.
Le fasi che precedono l’ attività in aula sono basilari e riguardano l’ analisi preliminare, la definizione degli obiettivi didattici e la progettazione delle tecniche didattiche impiegabili; con utilizzo di tecniche di gestione attiva in grado di sviluppare un grande coinvolgimento nei partecipanti, non bisogna tralasciare la costante presenza di stimoli quali i confronti, le discussioni e le esercitazioni.
In ultimo, ma non in ordine di importanza è l’ evoluzione della psicologia relazionale di gruppo, ovvero la realizzazione di gruppi di lavoro, assistiti da figure quali i tutor, per sperimentare l’ apprendimento avvenuto in aula.
Gli stadi prevedono l’utilizzo delle seguenti tecniche didattiche che devono essere adeguatamente studiate per promuovere l’ attenzione degli studenti sono:
–    lo studio della progettazione della lezione, che deve durare dai 25 ai 35 minuti, con uno spazio per la discussione di 15 minuti; con l’ utilizzo di un supporto visivo di materiale che deve stimolare l’ attenzione degli studenti. Spesso viene utilizzata la presentazione denominata power point (Word ed Excel) , un programma di grafica che permette di creare una presentazione efficace e di sicuro effetto, costruita da una slide e da altre successive di dettaglio. Sono fondamentali le immagini, clipart, il riempimento e lo sfondo, sono possibili oltre 16 milioni di colori e 5000 combinazioni, con set di strumenti da disegno per le rappresentazioni delle proprie idee.
–    Le esercitazioni ed i casi, ovvero esercitazioni nozionistiche, esercitazioni addestrative e di “problem solving”;
–    Le simulazioni addestrative e simulazioni su casi.
Bisogna promuovere l’ apprendimento, tramite attività sensomotorie, linguistiche e soluzioni di problemi. Sappiamo che l’ uomo non si adegua alle situazioni, ma cerca di coglierne il significato, formando dei nessi logici tra azioni e conseguenze. La condizione essenziale è la contiguità, ovvero la vicinanza spaziale tra stimolo e risposta (Thornidike).
Passo parallelo è lo studio degli obiettivi formativi, cioè il valorizzare le specifiche della cultura scientifica e sperimentale per la risoluzione dei problemi mettendo a punto figure professionali da dedicare all’ innovazione ed al miglioramento continuo dei soggetti per il supporto all’ incremento delle competenze specifiche.
Il formatore, alla fine del periodo delle lezioni dovrà verificare l’ obiettivo di apprendimento (obiettivo educativo), ovvero ciò che gli studenti hanno assimilato o che non erano capaci di fare all’ inizio. Secondo la guida pedagogica dell’ Organizzazione Mondiale della Sanità di Ginevra un buon obiettivo educativo deve corrispondere a competenze utili nella vita professionale dello studente ed essere misurabile con verbi di azione che fanno già intravedere come il grado di raggiungimento dell’ obiettivo potrà essere valutato. Nella formulazione dell’ obiettivo vanno evitati verbi tipo: conoscere, essere consapevoli, capace e preferiti verbi di azione: elencare, descrivere, progettare.

Dr. ssa Alessia Micoli

BIBLIOGRAFIA

·    Andolfi M. “il colloquio relazionale”, Collana di psicologia relazionale, Roma, 1994.
·    Guilbert J. J. “Guide Pèdagogique” Ginevra, Organizzazione Mondiale della Sanità, sesta edizione rivista 1998.
·    Morosini P. Per raro F. “Enciclopedia della gestione di qualità in sanità”, Centro Scientifico Editore, Torino, 1999.
·    Ricci Bitti P. E. “Comunicazione e gestualità”, Franco Angeli, Milano, 1987

 

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