Ragusa: Bullismo e suicidi – reato ipotizzato di istigazione al suicidio, al via le ricerche

Tratto da Corriere della Sera

Due ragazzini della media Quasimodo si sono tolti la vita negli ultimi tre mesi: bravi in classe, erano derisi dai compagni
   

RAGUSA – Due alunni suicidi negli ultimi tre mesi: un bilancio drammatico per una scuola media di Ragusa. Sul caso la procura ha aperto un’inchiesta e ha delegato la polizia a compiere le indagini. Il reato ipotizzato è di istigazione al suicidio: i due ragazzini, che avevano un ottimo rendimento scolastico, erano infatti vittime di episodi di bullismo da parte dei compagni.

Il primo caso risale all’8 febbraio quando si suicidò Marco Rubino, 13 anni, che frequentava la terza media della scuola Quasimodo. Figlio di un ingegnere elettronico e di madre cinese, Marco secondo la testimonianza dei genitori di alcuni suoi compagni di scuola, non avrebbe sopportato di essere chiamato «il cinese» e si sentiva dileggiato e discriminato.

Il secondo suicidio risale al 15 aprile: Damiano Leggio, 13 anni, figlio del titolare di un’attività commerciale nel settore dei mobili, era alto 1,91 e giocava con successo nella squadra giovanile del Basket club di Ragusa. La sera del 7 febbraio era stato protagonista di una vittoria in una gara ufficiale valida per un torneo regionale giovanile. Anche Damiano si sentiva deriso, per la sua altezza. «Era una sorta di gigante buono – ricorda Alessandro Vicari, responsabile tecnico del settore giovanile del Basket club – troppo buono e sensibile. Io lo incontravo solo sul campo di basket e mi sembrava così tranquillo e senza problemi. Non sapevo e non sospettavo che a scuola potesse avere dei problemi. Sono rimasto choccato e anch’io mi sono messo in discussione, per non avere capito».

Qualche anno fa si era suicidato un altro alunno della Quasimodo, che frequentava la seconda media, appartenente a una famiglia di contadini e pare preso di mira per l’odore di campagna che portava a scuola. Tutti e tre avevano un ottimo rendimento scolastico. Dalle numerose testimonianze raccolte, emerge un filo comune. I tre ragazzini potrebbero essere stati vittime di episodi di bullismo o di nonnismo dei quali sembra ci sia un’ampia casistica all’interno dell’istituto, anche per la presenza di un consistente numero di alunni ripetenti la cui età arriva fino a 16 anni. Di recente un bambino ha subito la frattura del setto nasale per un pugno ricevuto a scuola da un alunno più grande. Dinanzi al referto contenente una prognosi di 30 giorni la polizia ha chiamato al madre che aveva inizialmente dichiarato che il figlio era caduto. Poi è risultato che non era vero: un caso di reticenza che gli inquirenti ritengono il segno di un clima pesante all’interno della scuola. Sui muri della scuola c’erano inoltre delle scritte contro Marco e Damiano, cancellate dopo la loro morte. Dopo l’ultimo episodio per diversi giorni numerosi alunni non sono tornati in classe. E una cinquantina di famiglie ha chiesto la revoca della preiscrizione. La dirigente dell’istituto Giuseppina Varcadipane ritiene che si tratti di casi isolati la cui spiegazione può essere la più disparata e non necessariamente riconducibile all’ambiente scolastico. Intanto è stato avviato un corso per gli insegnanti per aiutarli a capire i segnali di disagio degli alunni.

07 maggio 2005, Corriere della Sera

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.