Sport, modelli educativi e fairplay

fair

E’ recente la notizia di un giocatore di tennis ucraino che ha scritto frasi omofobe su un noto social.
Da sempre piena la cronaca di violenza negli stadi.
Di tutte le domeniche le immagini di genitori che incitano alla violenza nei campi da gioco di paese.

Ma lo sport non era educativo?
Che modello educativo voleva proporre e quale invece propone?

I Ministri europei responsabili dello Sport hanno stilato il CODICE EUROPEO DI ETICA SPORTIVA nella speranza di avviare interventi e azioni in grado di promuovere l’idea dello sport come ambito di acquisizione di valori.

“CHI GIOCA LEALMENTE E’SEMPRE VINCITORE”

Il Codice di Etica Sportiva parte dal principio che le considerazioni etiche insitenel “gioco leale” (fair play) non sono elementi facoltativi, ma qualcosad’essenziale in ogni attività sportiva,in ogni fase della politica e della gestione
del settore sportivo.

Obiettivo fondamentale è il fair play dei bambini e dei giovani che saranno i praticanti e le stelle dello sport didomani.
Il Codice è rivolto anche alle istituzioni e agli adulti che hanno un’influenza diretta o indiretta sulla educazione e la partecipazione dei giovani allo sport.

1) diritto dei bambini e dei giovani a praticare uno sport e a trarne soddisfazione
2) responsabilità delle istituzioni e degli adulti nel promuovere il fair play e nel garantire che questi diritti vengano rispettati.

Fair play significa molto di più che il semplice rispetto delle regole. Esso incorpora i concetti di amicizia, di rispetto
degli altri e di spirito sportivo. Il fairplay è un modo di pensare, non solo un modo di comportarsi. Esso comprende
la lotta contro l’imbroglio, contro le astuzie al limite della regola, la lotta al doping, alla violenza (sia fisica che ve
rbale), a molestie sessuali e abusi verso bambini, giovani o verso le donne, allo sfruttamento, alla diseguaglianza delle opportunità, alla commercializza
zione eccessiva e alla corruzione.

La partecipazione sportiva dei bambini e dei giovani si svolge nell’ambito di un più ampio contesto sociale.

Questo significa che siamo tutti responsabili.
Esperti, genitori, istruttori, spettatori, sportivi.

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