Valutare non significa misurare

valutare

A fine anno scolastico l’istituzione scolastica ha il compito di adempiere alle funzioni della valutazione.

La valutazione rappresenta un momento importante del percorso didattico ma gli strumenti a disposizione dei docenti diventano limitativi se i voti numerici e le medie aritmetiche devono racchiudere un iter formativo dalle mille sfaccettature.

Molto semplice sintetizzare con un voto gli esiti scolastici, ma spesso le doti naturali non sono supportate da impegno, motivazione, interesse e viceversa.

Nella metacognizione l’alunno manifesta il suo personale approccio al dialogo educativo, il modo in cui risponde alle sollecitazioni dei docenti e organizza il proprio lavoro, il grado di auto riflessione e consapevolezza dei propri compiti cognitivi.

Su questi aspetti spesso si può far leva stimolando l’alunno a prendere coscienza delle proprie carenze e potenzialità e adottare di volta in volta rinforzi e gratificazioni per i miglioramenti ottenuti rispetto ai livelli di partenza.

La valutazione non è una misurazione, essa rappresenta un punto di incontro tra docenti e alunni, la fine di un anno scolastico nel quale si impara a camminare insieme, a condividere momenti di serenità e di tristezza, di conoscenza e aspettative che sono i semi messi a dimora, in attesa di un nuovo anno scolastico.

Per questo insegnare e imparare sono due facce di una stessa medaglia che investe sull’istruzione e la cultura e rende la comunicazione un bene comune, un mezzo insostituibile di trasmissione e informazione.

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