Vietato l’intervallo per arginare il bullismo

Tratto da La Stampa

VENEZIA
GRAFFI, SPINTE, MINACCE: SONO SEMPRE DI PIU’ NEGLI ISTITUTI DELLA LAGUNA GLI EPISODI DI VIOLENZA TRA STUDENTI

Bulli a scuola, il preside vieta l’intervallo

La ricreazione come uno sport estremo, quindici minuti vissuti pericolosamente: graffi, spinte, minacce. La scorsa settimana una ragazzina era arrivata a casa in lacrime, l’altro giorno una studentessa delle medie, è finita al pronto soccorso con un ematoma a un rene per essere stata spinta da un compagno c
ontro un lavandino.
Per evitare degenerazioni e soprattutto per impartire una lezione a tutti, il rettore del convitto Foscarini di Venezia, blasonato istituto privato che ospita scuole medie e superiori, ha firmato una circolare: fino al termine di questo anno scolastico all’intervallo gli studenti di ogni ordine non potranno più accedere agli spazi comuni e dovranno restare nelle proprie classi. Una misura drastica, che tiene conto delle lamentele di alcuni genitori, i cui figli sono stati minacciati o malmenati, e che è stata accolta da tutti senza rimostranze. E’ anche una decisione che serve a tutelare la scuola, responsabile in caso di incidenti a studenti nell’orario delle lezioni. E visto il crescendo degli episodi, il rettore deve aver pensato che non era il caso di rischiare. I genitori hanno discusso il provvedimento nei consigli di classe e assieme agli insegnanti stanno valutando l’ipotesi di rivolgersi ai Servizi educativi del Comune, per trasformare una vicenda di bullismo in un momento di crescita collettiva degli studenti. E mentre i ragazzi del Foscarini fanno ricreazione in classe il provvedimento viene guardato con interesse anche da altri istituti veneziani, sia in laguna che in terraferma, dove evidentemente basta un quarto d’ora per permettere a molti ragazzini di dare il peggio di sé, contro i compagni e contro le strutture. I casi di violenza vera e propria sono pochi, dice Carmela Palumbo responsabile dell’Ufficio scolastico regionale, da tempo informata della situazione del Foscarini: «Il bullismo è purtroppo in aumento e il nostro ufficio li tiene sotto controllo». Quelli tra compagni spesso si limitano alle pur censurabili minacce, di cui restano puntualmente vittime i più deboli o le ragazze, ma sono molti anche i furti di cellulari. I danni veri (e costosi) si contano però sulle strutture se come dice la dottoressa Palumbo è certo che «l’80 per cento degli interventi di manutenzione delle strutture scolastiche sono necessari per rimediare a atti di vandalismo degli studenti».
A Venezia nessuno sembra più credere che una nota o una sospensione possano risolvere il problema, soprattutto per la diffusione del fenomeno, allora si punta alla vera e propria rieducazione di quei ragazzi che si rendono responsabili di comportamenti scorretti. Molti presidi lamentano l’assenza del ruolo educativo della famiglia, e anche per questo al posto della nota da far firmare a casa adesso si preferisce puntare sugli psicologi che tentano di ricostruire nei giovani il rispetto dei ruoli e dei luoghi.
E se la ricreazione in classe del Foscarini di Venezia può sembrare una misura drastica, c’è chi è andato più in là. E il caso del Centro di formazione professione Luigi Einaudi di Bolzano: qui, per richiesta dei responsabili, all’ora dell’intervallo arriva la polizia. Gli agenti di quartiere passeggiano tra i ragazzi per stemperare un clima pesante fatto di scazzottamenti, liti tra studenti italiani e stranieri, in qualche caso anche spinelli fumato al posto della merendina. L’arrivo degli agenti ha sollevato il dibattito: c’è chi ha parla di «un metodo corretto per l’educazione alla legalità», e chi lamenta la «militarizzazione della scuola». Per Barbara Repetto, direttore del Dipartimento Formazione professionale della Provincia di Bolzano da cui l’istituto dipende è «una misura inusuale, ma efficace».

Anna Sandri, La Stampa

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