Secondo una ricerca di Gfk Eurisco chi pratica sport è un cittadino più interessato al contesto sociale, più disposto a dare un mano a chi è più sfortunato.
Questi risultati supportano l’interessante iniziativa della Fondazione Sodalitas, affiancata da Assolombarda, denominata Impresa & sport.
Si tratta di un progetto realizzato in collaborazione con il Coni per promuovere la diffusione delle attività sportive tra i giovani, con lo scopo di prevenire il disagio.
L’ idea è quella di rivolgersi agli imprenditori, invitandoli a sostenere una o più associazioni sportive dilettantistiche delle province di Milano e Lodi, supportandole con l’ acquisto di materiale sportivo, la creazione o la manutenzione degli impianti, il sostegno a gare, tornei e trasferte.
L’obiettivo è la promozione dell’aggregazione tra pari, il contrasto al bullismo e alla violenza, un sano allenamento alla vita.
Lo sport è fonte di benessere psichico e fisico , di conoscenza di se e di autostima.
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Sempre più lo sport viene interessato da iniziative che hanno a cuore il benessere psico-fisico dei giovani e dei giovanissimi, in un’ottica di prevenzione del disagio e di promozione sociale.
Si tratta di una interessante risorsa territoriale, quella delle associazioni sportive, di uno spazio di socializzazione, condivisione, cooperazione e sana competizione che può e deve essere utilizzata da chi si occupa di prevenzione.
Non solo scuola e famiglia, ma anche e soprattutto territorio, con le sue risorse con i suoi protagonisti, spesso sottovalutati ed invece significativi per i nostri ragazzi.
Imparare uno sport significa imparare a modulare impulsi, emozioni, aggressività, condotte; una interessante palestrra di vita.
Un buon educatore, un buon insegnante possono incoraggiare l’aggregazione e suggerire nuove e più costruttive modalità di interazione che non si avvalgano della violenza, bensì della cooperazione e gioco di squadra.
Insegnare ed avviare alla sportività, con la capacità conseguente di tollerare la frustazione di una sconfitta e con l’obiettivo primario della partecipazione, non è una cosa semplice ma possibile; i benefici a lungo termine sono quelli della riduzione della violenza dentro e fuori la competizione, con emozioni incanalate sul gioco e non sul desiderio di rivalsa.