La prostituzione minorile

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Lo psichiatra Meluzzi, intervistato in televisione, parla della prostituzione minorile come un aspetto significativo della degradazione antropologica.

L’uomo ha trasformato radicalmente la sua immagine in un contesto sociale in cui i nuovi valori sono rappresentati dal denaro e dal successo e dalla cultura dell’apparenza che i mass media contribuiscono a diffondere come modelli di riferimento.

In ogni persona esiste una ambivalenza di comportamenti, il bene e il male sono, secondo lo psichiatra, dentro ognuno di noi; quella normalità che ci rappresenta spesso è solo una etichetta che tende a farci apparire uguali agli occhi degli altri e che tuttavia svela le sue fragilità in desideri e comportamenti di abuso e violenza.

La prostituzione minorile è un fenomeno molto diffuso, il caso del rione Parioli di Roma rappresenta soltanto la punta di un iceberg.

Come gli abusi sui minori il fenomeno si inquadra in un contesto di trasformazione antropologica che vede i giovanissimi servirsi del sesso per ottenere il prestigio sociale rappresentato da vestiti firmati, denaro da spendere per esaudire ogni desiderio, l’occasione per frequentare ambienti altolocati dove spesso circola anche la droga.

Si è notevolmente abbassata l’età in cui si hanno i primi rapporti sessuali e questo ha contribuito a considerare il sesso un “passaporto” per l’età adulta.

Le tappe biologiche tuttavia non rappresentano quelle della maturazione psicologica che sono molto lunghe e necessitano di esperienze vissute con consapevolezza e responsabilità.

Il denaro non può sostituire le emozioni, i sentimenti, l’amore, su questo presupposto le giovanissime coinvolte nel giro della prostituzione dovranno ricostruire la loro vita, imparare di nuovo a rispettare se stesse e a capire il significato delle scelte, una strada diversa che restituisca loro quella fetta di innocenza perduta.

Questa nuova schiavitù che rappresenta un mercato molto ampio del sesso a pagamento riguarda soprattutto le giovanissime straniere che vengono in Italia attratte da offerte di lavoro e dalla possibilità di sfuggire alla miseria del loro paese di origine.

La loro giovanissima età ci fa riflettere, sono bambine manipolate dagli adulti sfruttatori, vittime di un meccanismo perverso in cui il denaro diventa l’unico e assoluto padrone.

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