Una strage infinita

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C’è una guerra che si combatte ogni giorno, il bene e il male sembrano non avere più confini e si confondono in una quotidianità di apparenza normale. Nella “norma” ciò che ormai si rafforza e scuote le coscienze è  una scia di violenza perpetrata soprattutto sulle donne.
Il narcisismo e l’onnipotenza di tanti uomini miete troppe vittime lasciando per chi resta il dolore immenso della perdita e l’impotenza di fronte al fatto compiuto.
Si ha la sensazione di combattere contro i mulini a vento, anche se tanti sono i progetti di sensibilizzazione e intervento sulla violenza di genere e sui comportamenti che possono diventare a rischio. Purtroppo,  spesso chi usa la violenza utilizza armi subdole, non manifesta nel tempo la sua escalation che esplode incontrollata, assurda quanto atroce insofferenza e negazione della vita e del suo significato.
L’intersoggettività che vede nella teoria della mente la capacità di rispecchiarsi nelle azioni reciproche è un percorso di crescita personale fin dai primi anni di vita, le relazioni crescono se si alimenta lo scambio osmotico tra i soggetti interessati ponendo le basi per una alfabetizzazione emotiva capace di interpretare e dare valore ai sentimenti.
Il mondo virtuale ha cambiato le carte in gioco diventando uno spazio-rifugio tendente ad alimentare narcisismo, violenza, apparenza, forse i presupposti per estraniarsi non solo dalla vita reale ma anche da se stessi.
Così la strage infinita diventa un gioco di ruolo da interpretare senza emozioni, la ragnatela da tessere per predatori spietati, uomini che possono essere ricordati soltanto per aver scritto un’altra pagina di incuria, sopraffazione, violenza, una catena che va spezzata con il  coraggio e il sostegno di tutta la comunità.

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