Il coraggio di cambiare

Viviamo in una società nella quale i giovani non sembrano avere obiettivi e progetti per il futuro.

L’educazione in ambito familiare è affidata spesso a forme di comunicazione poco efficaci perché i ragazzi non riescono a introiettare norme e comportamenti ritenuti conformisti e tradizionali.

Essi, nel gruppo, ricercano nuovi modelli di vita che spesso capovolgono valori e significati e per questo sono portavoce di ribellione verso una società che non li rappresenta.

I giovani si sentono sicuri e protetti nel gruppo dei pari, un rifugio che non sempre si rivela favorente sul piano educativo perché può costituire  una negativa forma di omologazione per comportamenti violenti, quelle “esagerazioni “che purtroppo sono vissute e interpretate con protagonismo estremo.

Reale e virtuale non sono più mondi separati e naturalmente diversi ma un panorama ibrido nel quale sentimenti ed emozioni sono anestetizzati e compromessi da una visione del mondo nichilista e privo di desideri.

La pedagogia del cambiamento ha il compito di smantellare e ricostruire i paradigmi esistenziali negativi che imperversano e dettano legge seminando spesso lacune incolmabili sul piano educativo.

Il coraggio di cambiare è una sfida non facile che deve impegnare famiglia, scuola e l’intera società in una sinergia di intenti e convinzioni.

“Le buone idee in campo educativo non costano nulla, se non il coraggio di averle e di volerle realizzare”( P. Crepet). Lo stesso psichiatra sostiene che la ricerca della felicità non consiste nel conservare ma nel coraggio di modificare il corso degli eventi. 

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