Analisi dei fondamenti della pedagogia di Steiner

“Soltanto grazie a un diventare liberamente attivi dentro si può vivere la pedagogia come un’arte, solo in tal modo l’insegnante può diventare un artista della pedagogia”
(“Arte dell’educare”)

Il quadro storico nel quale Steiner fondò la prima scuola waldorf è quello successivo alla prima guerra mondiale quando nell’Europa si percepiva uno spirito di rinnovamento e di libertà.

È proprio in questo contesto  che l’orientamento pedagogico di Steiner trova la spinta per un rinnovamento sociale a partire proprio dall’educazione. Fin da bambino Steiner dimostrava una spiccata sensibilità, era attratto in particolar modo dal mondo della natura che gli appariva dotata di un proprio spirito vitale.

La sua predisposizione intimista e artistica si rivela quando, a partire dal 1914, durante le sue conferenze, comincia a disegnare con gessi colorati alla lavagna.

Questi numerosi disegni furono in seguito raccolti da una sua collaboratrice, essi  costituiscono le basi antroposofiche del pensiero steineriano,  la simbologia espressiva dominante durante l’intero arco della vita. I corpi e la loro essenza sono legati da un’armonia che può essere assorbita e trasmessa mediante l’arte del movimento (euritmia).

Steiner definisce l’euritmia ” un linguaggio visibile” o “canto visibile” ( euritmia vocale o musicale). ” L’arte non è mai sorta da propositi umani concepiti intellettualmente, ma solo la’ dove si sono uniti tra loro cuori atti a ricevere impulsi dal mondo spirituale e capaci di realizzarli, permeandone la materia”.

Come non concordare con queste parole se si pensa ai graffiti, arte primitiva che non era un prodotto elaborato concettualmente ma la libera espressione di immagini tratte dalla vita reale, quando uomini e natura erano legati dalle necessità della sopravvivenza.

Lo spirito e il corpo possono trovare un giusto equilibrio e integrarsi a vicenda se l’esercizio euritmico viene insegnato ai bambini piccoli ma anche praticato in età adulta.

Nelle scuole waldorf l’euritmia elementare viene proposta sotto forma di gioco, poesia, racconti, fiaba ” Se si fa l’euritmia ai bambini piccoli essi potranno acquistare una forza dell’Io che sarà più efficace dell’educazione scolastica e persino delle disposizioni del destino”.

Il bambino ha i sensi molto sviluppati e attraverso essi conosce l’ambiente esterno e da questo trae gli stimoli percettivi utili all’evoluzione dello sviluppo psichico.

La formazione waldorf  non contempla pagelle con voti numerici e a fine anno scolastico il maestro scrive una biografia di rendimento nella quale viene evidenziato il percorso di crescita e lo sviluppo globale delle capacità dell’alunno con fiabe, disegni o racconti in grado di mettere in risalto  il potenziale espressivo e artistico individuale ( da una pagella del primo anno di scuola elementare: “Ho nel fiume sotto casa una cosa assai preziosa : mamma papera che vive coi piccini in queste rive”). Il ciclo scolastico prevede tre periodi  che hanno come obiettivo la ricerca del buono, del bello e del vero.

Nel primo ciclo ( dalla nascita ai sette anni) le libere attività proposte ai bambini sotto forma di gioco  tendono a sviluppare la conoscenza dell’ambiente favorendone la sua rappresentazione artistica. In questo arco temporale la manualità ha un ruolo molto importante perché la materia viene modellata, trasformata con movimenti di coordinazione corporea importanti per lo sviluppo cerebrale.

L’educatore,oltre che rappresentare un modello di riferimento per i bambini, ha il compito di creare un ambiente favorevole e accogliente che possa infondere fiducia e serenità  sia nella relazione educativa che nelle attività didattiche predisposte con armonia di gesti e voce.

La pedagogia steineriana mira a seguire lo sviluppo psicofisico ( antropologia evolutiva) e la graduale consapevolezza della propria identità nel mondo senza tendere ad obiettivi puramente materialistici come la produttività nel mondo del lavoro, scenario dominante nelle società industrializzate.

Nel secondo ciclo evolutivo (7-14 anni) quando il corpo subisce importanti trasformazioni dovute allo sviluppo puberale, il ragazzo va guidato alla ricerca del bello, alla conoscenza che diventa pian piano più autonoma e consapevole. Il maestro è sempre un riferimento ma anche un mediatore dei processi psichici che l’alunno organizza attraverso proprie strutture concettuali.

Nel terzo periodo( 14-21 anni) l’educatore ha il compito di stimolare il ragazzo alla ricerca del vero,coniugando sempre scienza e arte per la conquista delle capacità di astrazione e senso critico.

L’interesse per l’interpretazione della realtà nei suoi vari aspetti allarga la visione del mondo, delle relazioni  sociali in un contesto più ampio che sarà quello lavorativo. Nell’orientamento pedagogico  c’è tuttavia sempre la spinta interiore all’ideale, alla fantasia e alla creatività che danno forza per armonizzare la materia e lo spirito.

Un aspetto molto importante della pedagogia steineriana è rivolto alla conoscenza dell’indole o temperamento ( “quella qualità specifica insita in noi che insieme agli influssi planetari e ai geni fisici ci caratterizza”).

” Come l’azzurro e il giallo riuniti formano il verde, il congiungersi delle due correnti (nucleo individuale e ereditario) nell’uomo forma quel che si chiama temperamento. Il temperamento equilibra l’eterno con il transitorio”.  L’uomo secondo Steiner è un’entità quadruplice formato da corpo fisico, corpo eterico, corpo astrale ed Io.

Le prime due entità ci riconducono alla linea genealogica e biologica, esse racchiudono il nucleo essenziale dell’anima cioè la vita interiore che si sviluppa come consapevolezza della propria identità e la piena realizzazione del Sè.

In questo contesto il compito del maestro è quello di lavorare sulle quattro parti costitutive dell’entità umana cercando di equilibrare le tendenze dei vari temperamenti ( sanguigno, collerico, melanconico,flemmatico) che possono avere la prevalenza l’uno sull’altro e portare verso la patologia.

L’antropologia educativa di Steiner può essere considerata una “scienza spiritualè e come tale non possiede fondamenti scientifici oggettivi perché la materia e lo spirito non sono governati dalle stesse leggi.

L’intento di Steiner era tuttavia permeato da una spinta idealistica ad avvicinare il microcosmo con il macrocosmo, uomo e universo, in un flusso continuo di conoscenza e interazione, influenze e manifestazioni. L’antroposofia d’altronde è una dottrina teosofica che ha come obiettivo quello di studiare in modo scientifico la realtà fisica e la dimensione spirituale.

Vorrei tuttavia mettere in evidenza che, al di là delle critiche mosse all’opera di Steiner per le sue teorie pseudoscientifiche, il suo interesse verso la natura (agricoltura biodinamica) e l’arte in tutte le sue forme espressive rappresentano un campo di indagine molto interessante  a tutt’oggi praticato  nelle scuole waldorf con ottimi risultati formativi.

Per Steiner l’educazione è un’arte ” Il nostro obiettivo: elaborare una pedagogia che insegni ad apprendere, ad apprendere per tutta la vita dalla vita stessa”.

Contro il meccanicismo e il materialismo che dominano la società attuale gli scritti di Steiner in campo educativo rappresentano una testimonianza di come la creatività possa integrare e ampliare le conoscenze fin dalla più tenera età.

L’arco della vita è un ciclo di cambiamento e modellamento come l’avvicendarsi delle stagioni che regalano periodi di trasformazione necessari per lo sviluppo e l’evoluzione del macrocosmo.

Steiner sembra interpretare  la crescita psicologica di un bambino come il flusso delle stagioni senza dimenticare che l’educazione è una relazione” tra anima e anima”.

Vorrei concludere con una bellissima frase di Steiner: “ci sono tre modi efficaci per educare: l’ambizione, la paura e l’amore. Noi rinunciamo ai primi due”.

L’arte della pedagogia  diventa così uno strumento cognitivo per conquistare libertà e consapevolezza, riflessione e dedizione, amore e accoglienza.


Approfondimento tematico a cura di: Laura Alberico, insegnante di scienze nella scuola secondaria di primo grado ha frequentato numerosi corsi di aggiornamento relativi  sia alla didattica che alle problematiche giovanili (educazione, orientamento, dipendenze, comunicazione).

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