Quando la paura diventa un disturbo: cosa fare e cosa non fare

La paura del buio, la paura di mostri e fantasmi, la paura di andare a scuola, la paura di separarsi dai genitori: queste sono solo alcune delle paure che possono manifestare i bambini.

Alcune di queste sono da considerarsi “normali” e universali mentre altre possono evolvere verso un quadro psicopatologico più specifico.

Le paure infantili, dunque, fanno parte della crescita ma se cominciano a inficiare lo sviluppo e il benessere del bambino (per es. creando difficoltà nel sonno, disturbi di natura psicosomatica, ansia generalizzata, evitamento di situazioni specifiche, isolamento ecc…) occorre correre ai ripari e chiedere aiuto ad uno specialista.

A volte, infatti, le strategie adottate dal genitore per aiutare il bambino possono essere non adeguate e, in alcuni casi, le paure possono aumentare dando vita a un disturbo psicologico.

Quali sono le risposte genitoriali che possono rappresentare un rischio?

  • Sminuire la paura del bambino e ricorrere a spiegazioni razionali:  questo può far si che il bambino si senta “sbagliato”, non capito. Un atteggiamento freddo, razionale, canzonatorio (“Ma figurati se c’è un mostro nell’armadio!!!Ma ne hai mai visto uno????”) manifestato in un momento in cui il bambino si sente vulnerabile può essere percepito come un allontanamento del genitore e rappresentare un ulteriore fonte di ansia e paura.
  • Obbligare il bambino ad affrontare ciò che lo spaventa, come se la paura rappresentasse una scelta che lui compie e sulla quale può, quando vuole, esercitare un controllo. Anche in questo caso il bambino potrebbe sentirsi incapace, debole e non all’altezza delle richieste genitoriali. Questo ingenererebbe solo altra paura e ansia.
  • Assecondare gli evitamenti del bambino (dormire con lui, non portarlo a scuola, ecc..): questa è una risposta frequente che placa momentaneamente la paura del bambino e tranquillizza i genitori. Purtroppo evitare ciò che genera ansia insegna al bambino che fa bene ad avere paura e rinforza positivamente la risposta di evitamento (poiché, in effetti, l’evitamento produce l’abbassamento dell’ansia). Purtroppo però questo tipo di atteggiamento non risolve il problema e, anzi, lo stabilizza.

Che fare quindi? Se ci si rende conto che la paura e l’ansia stanno iniziando a invalidare il normale svolgimento delle attività quotidiane del bambino occorre subito rivolgersi ad uno specialista che potrà aiutare i genitori e il bambino ad affrontare insieme il problema.

Un commento Aggiungi il tuo

  1. Laura Alberico ha detto:

    Le paure fanno parte del nostro vissuto esistenziale e hanno radici profonde nell’inconscio. Per poterle controllare soprattutto nei bambini bisogna infondere fiducia nel senso di protezione e di cura che gli adulti possono trasmettere, in questo modo si elaborano, senza evitarli, gli aspetti più critici e ansiogeni delle paure

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